In questi giorni di nostalgie, le vostre voci di spettatori e musicisti sono preziose e ci ricordano quanto non vediamo l’ora di ritornare a casa, quanto ci manchi condividere il nostro collettivo #essereCSC. Oggi tocca a Teo!
“Frequento il Csc dalla metà degli anni ‘90, quando si trovava ancora al Bruco, il circolo operaio di Magrè, a Schio. Ricordo bene quei venerdì sera, nel ’95, la nostra partecipazione, con i Melt, al concorso Musica a rischio, l’inaspettato, soprattutto per noi, secondo posto. I nostri concerti e quelli di band che non avrebbero potuto suonare in nessun altro posto. Da allora ho continuato a frequentarlo, anche nella nuova sede a San Vito di Leguzzano. Questo perché al Csc, da musicista, ho sempre trovato umanità, competenza e un’accoglienza ricca di calore. E da spettatore, ho apprezzato la qualità dei concerti, le incursioni nell’avanguardia, lo spazio concesso ad artisti emergenti e innovativi. E la musica si sente bene, sopra e sotto il palco. E non è un dettaglio da poco. Anzi.”