Jeremy Barnes (Beirut, Broadcast, Bright Eyes, Neutral Milk Hotel) - grancassa, piatti, fisarmonica, voce
Heather Trost - violino, xilofono, tastiera
L´ultimo disco "The Way The Wind Blows" (Leaf 2006) è stato registrato in un piccolo villaggio della Romania, Zece Prajini, con il contributo di Zach Condon dei Beirut alla tromba e della gypsy brass band romena Fanfara Ciocârlia (premiata come "Miglior gruppo europeo" ai World Music Award di Bbc Radio 3 e presente nella raccolta "Gypsy Beats And Balkan Bangers" a cura di Felix Burton dei Basement Jaxx).
Premessa indispensabile: questo duo è sensazionale.
A Hawk And A Hacksaw: Jeremy Barnes (già componente dei Beirut, Bright Eyes, Neutral Milk Hotel e batterista dei Broadcast) e Heather Trost.
Due musicisti di qualità eccelsa, della loro poliedricità fanno tesoro, ne sono consapevoli e l’adoperano con sapienza.
Lui suona cinque strumenti contemporaneamente, sì, avete capito bene. Fisarmonica in braccio, una grancassa con un piede, l’altro per suonare un piatto. Sulla testa porta una sorta di cappello ricoperto di campanellini a cui è collegata una bacchetta, che usa per suonare un altro piatto appena sopra il suo capo. Un completo spettacolo per le orecchie e soprattutto per gli occhi. Un’emozione unica ammirarlo. Vederlo muoversi, scuotere la testa per emanare suoni, divincolarsi e sottomettere i suoi oggetti, urlare per spezzare il ritmo, agitare i piedi per congelare l´attimo. Un canto sporadico, rauco, minimale e al contempo corposo. Il suo viso riporta a uomini di altri tempi. Altre epoche. Storie diverse. La sicurezza delle proprie capacità. Espressioni di felicità, mutismo, concentrazione, serietà.
Un mostro di tecnicismo e sensibilità artistica. Encomiabile.
La ragazza, compassata e molto timida, ai suoi servizi ha un violino, un piccolo xilofono e una tastierina vintage. Delicata, timida, schiva, dolce.
Dalle sue mani, posate dolcemente sull´archetto, ne esce un suono avvolgente, pieno, sicuro. Quando melodioso e soave, quando scorbutico, rumoroso, pizzicante. La tastiera sotto le sue mani sembra godere, quel tocco tanto delicato emana note eteree, sognanti, vaganti, inesistenti. Un angelo caduto dal cielo per allietare i nostri sensi. Celestiale.
Danze mariachi e temi klezmer, struggenti melodie balcaniche frammiste a seducenti arie mediorientali. Fisarmonica pungente, anime d´altra epoca nell´aria, temi pastorali rifuggono, aneliti di tradizione saturano lo spazio.
Gli strumenti si uniscano in un solo marasma per catturarci e metterci ai loro piedi, ricordi di civiltà perdute, rimpianti di popolazioni andate perse.
Suoni lontani, caduchi, spezzati, sognanti, disturbanti, evanescenti.
Chiudere gli occhi e immaginare il mondo da cui rifugge questo modo di suonare. Menestrelli, storie, peccati, amori, re, regine, sorrisi, sangue, morte.
Una dopo l´altra le composizioni sorprendono per freschezza, inventiva e semplicità. Una semplicità mai scontata, sempre pungente e coerente. Mai sentito un duo così affiatato e coordinato. Mai ammirato un duo riuscito a plasmare un’atmosfera tanta intima e appartata, un anima sonora tanto corposa.
Nello stesso calderone vanno spirito pop, amore per la musica tradizionale, in primis quella mediorientale, ammiccamenti di classicismo, tendenze sperimentali. Non si scade mai nel derivatismo più sfacciato né nella noia che può creare una scelta così avventurosa.
http://www.brokenheartfoundation.org.uk/hawk/
http://www.myspace.com/ahawkandahacksaw
http://www.ondarock.it/livereport/1recensioni15.html#hawk
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