Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O.
Kawabata Makoto - chitarra, voce, speed guru
Higashi Hiroshi - sintetizzatore, chitarra, voce, dancin´ king
Tsuyama Atsushi - basso, voce, cosmic joker
Shimura Koji - batteria (Miminokoto, ex.High Rise, ex.Mainliner, ex.White Heaven)
Gli Acid Mothers Temple sono un collettivo di freaks tecnoarcaici di Nagoya. Le loro performance leggendarie hanno rapidamente portato gli AMT ad essere acclamati come il più grande gruppo psichedelico in circolazione: suoni fragorosi e trancedelici passati al setaccio wah-wah tra putiferi acustici-elettrici-elettronici ed oasi ambient.
Ascoltare gli AMT può essere un esperienza spiazzante; a seconda del momento o delle inclinazioni particolari di chi ascolta, la loro musica può risultare estatica e perturbante,”absolutely freakout” stellare e psichedelica. “Gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. si sono formati nel 1995. Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. era in origine inteso come una parte solamente dell’ Acid Mothers Temple Soul Collective, ma negli ultimi dieci anni è parso che la maggior parte dei fans non avessero capito la differenza. Naturalmente, molti di voi si sono accorti dei vari gruppi che sono stati generati dal Soul Collective. Ma bisogna anche dire che gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. sono sempre stati il nucleo fondamentale del collettivo.
In ogni caso, non ho mai considerato Acid Mothers Temple come nome collettivo per qualche particolare componente o formazione - anzi, esiste una descrizione degli animi di tutti coloro che si sono raccolti sotto il nostro slogan, ed è essenzialmente un atteggiamento nei confronti della vita.
Acid Mothers Temple è un rifugio, una casa per tutti gli esclusi dalla società che trovano qualche risonanza con il nostro motto, “Fai quello che vuoi, non fare quello che non vuoi!”
Alla fine del tour europeo dell’autunno del 2004, gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. decisero che quella era l’ultima volta che avrebbero fatto un tour così lungo. Negli anni abbiamo cercato di suonare ovunque ci fosse gente disposta a sentirci, e abbiamo tentato di rendere la nostra musica facilmente accessibile realizzando album per etichette di diversi paesi. Ritenevamo fosse il modo migliore di raggiungere i fans che, nel mondo, avessero trovato qualcosa da amare nella nostra musica.
Comunque, i ripetuti lunghi tour (spesso senza pause tra loro) e il furibondo diluvio di produzione musicale hanno alla fine iniziato a logorarci. E se date un’occhiata alla storia del rock, anche le più grandi band hanno avuto il loro apice solo per pochi anni prima di esaurirsi di fronte all’immane fatica di andare in tour e registrare di continuo.
Già prima del tour dell’autunno 2004 ho iniziato ad avvertire alcuni allarmanti segnali con gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. che avevo già provato in precedenza con altri gruppi. Alla fine del tour, come sospettavo, eravamo fisicamente e mentalmente esausti, come un branco di dinosauri sull’orlo dell’estinzione. Ecco perché decidemmo di non intraprendere mai più tours tanto lunghi. Avevamo assoluto bisogno di un periodo di tempo per ricaricare le nostre riserve di energia cosmica, che si erano quasi esaurite del tutto. Mi sono sentito come se mi fossi strappato via parti della mia stessa anima per consentire al gruppo il briciolo di successo degli ultimi due anni. Ma ora non sento più il bisogno di continuare se questo significa far diventare gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. una qualunque rock band. All’inizio gli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. erano tutt’altro che un gruppo normale. E fino ad oggi non abbiamo mai avuto una lineup “ufficiale” - il gruppo è sempre esistito come temporanee associazioni di musicisti con gli stessi gusti, un collettivo soul in miniatura. Ma a forza di continui tour e registrazioni, sentivo che la lineup si era fossilizzata, e che la libera comunione di anime che amavamo all’inizio si era praticamente persa.
Proprio mentre stavamo per iniziare il tour europeo dell’autunno 2004 ho accettato un ingaggio per il mio progetto personale, Mothers of Invasion, ad Osaka per il gennaio del 2005. Al momento ho pensato che avremmo suonato come Mothers of Invasion con una nuova formazione. Ma più tardi ho iniziato a sentire il bisogno di un’energia potente e nuova che avrebbe potuto contrastare il praticamente estinto dinosauro costituito dagli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., un degno avversario che sarebbe stato all’altezza di officiare gli ultimi riti funebri al cadavere. Forse sentivo questa necessità perché non avevo nulla con cui rimpiazzare la potenza in declino degli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. Ogni cosa che vive in questo universo consiste di due elementi. Proprio come gli enunciati dell’antica filosofia cinese yin-yang dei cinque elementi, in ogni cosa coesistono due forze opposte - un davanti e un dietro, un yin e un yang. Senza l’equilibrio tra queste due forze, il moto dell’universo si fermerebbe.
Con questo pensiero in mente, decisi di sferrare io stesso un’offensiva agli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. Chiaramente, se ne fossi uscito vittorioso, avrei avuto bisogno di musicisti altrettanto potenti, se non di più, degli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. La prima persona che espresse il suo appoggio alle mie idee fu il mio vecchio amico e compagno negli Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., Higashi Hiroshi. Noi due siamo come le due facce della stessa medaglia, yin e yang, e senza alcuna spiegazione da parte mia, capì immediatamente le mie intenzioni. Decidemmo così di prendere i membri dei Mothers of Invasion e dirottarli nel nuovo gruppo, dando vita ai nuovi Acid Mothers Temple. Solo allora mi giunse un messaggio dal mio cosmo personale - il gruppo avrebbe dovuto chiamarsi Cosmic Inferno.
Era assolutamente perfetto poichè era davvero una battaglia tra inferno e paradiso, tra Melting Paraiso U.F.O. e Cosmic Inferno.
Sebbene da quel momento in poi noi saremmo stati gli Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno, il nuovo gruppo sarebbe in breve stato riconosciuto come Acid Mothers Temple e questo indubbiamente avrebbe creato confusione nelle menti di molti. Ma le reali manifestazioni degli Acid Mother Temple sono molteplici - Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno, Acid Mothers Temple SWR. Il futuro potrebbe essere testimone di ulteriori gruppi dai nomi simili. Ma ciascuno e tutti loro saranno reali manifestazioni degli Acid Mothers Temple. Così, in questo decimo anniversario della fondazione degli Acid Mothers Temple, annuncio la nascita del figlio infernale, Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno.”
Kawabata Makoto
STEARICA
La storia degli Stearica è segnata da più di dieci anni di tour in tutta Europa al fianco di leggende della scena indipendente come Nomeansno, GirlsAgainstBoys, Damo Suzuki, The Ex, Karate, Acid Mothers Temple, Tarentel.
Una storia rara per una band italiana, fatta di collaborazioni internazionali del calibro di Dälek (Ipecac), Amy Denio (Fred Frith, Derek Bailey), Jessica Lurie (Bill Frisell, Nels Cline), Nick Storring (Damo Suzuki network, Picastro).
Nel 2008 esce "OLTRE": il disco è distribuito e recensito entusiasticamente in tutto il mondo (Il Mucchio lo definisce "il più bel disco italiano prodotto negli ultimi anni") ed ha permesso al gruppo di suonare sul palco di festival internazionali come il Traffic a Torino (con Battles e Tricky) e come unica band italiana all´Hokaben di Londra (con Sun Ra Arkestra, Don Caballero, Kid 606) ed al Be2gether festival (con Groove Armada, Clinic, GvsB, etc.) la più importante manifestazione nell´ex URSS.
Nell´ottobre 2009 arriva ancora un risultato di caratura internazionale quando THE WIRE - il più autorevole magazine di musica contemporanea al mondo - sceglie la traccia ´Occhio´ per aprire il volume 22 della serie THE WIRE TAPPER, celebre compilation che nel corso degli ultimi undici anni ha portato alla ribalta artisti (come Sigur ros, Liars, Labradford, Four Tet, etc) che oggi sono considerati cardine nella scena del suono moderno.
Recensione "In 0 to infinity"
Gli Acid Mothers Temple, guidati dall’inossidabile Makoto Kawabata, sono ormai da quasi tre lustri i più fieri e sconsiderati assertori del trip lisergico e dello sballo acido. In fondo hanno sempre avuto le idee chiare, e il loro iter artistico non ha mai fatto intravedere svolte significative; per tutta la carriera hanno semplicemente ripreso suoni e immaginario dalle esperienze ‘psycho freak’ di fine Sessanta/inizio Settanta, setacciando acid rock, musica cosmica e tutto quanto poteva essere considerato, ai tempi, estremo, sperimentale e ‘deviante’, per poi calcarci la mano e allestire epici deliri sonici detonati nel modo più spettacolare e grandioso possibile.
Privo di ogni misura e ritegno, perso nei meandri di colossali composizioni devote a band come Amon Duul II, Hawkwind, Faust, Grateful Dead, Tangerine Dream e Pink Floyd, l’ensemble giapponese ha però saputo scrivere dischi fenomenali (“Pataphysical Freak Out Mu!”, “Univers Zen Ou De Zero A Zero” e “Crystal Rainbow Pyramid Under The Stars” fra questi), accanto ad altri solo discreti (mi vengono in mente “Anthem Of The Space” e “Mantra Of Love”), per poi cadere di tanto in tanto in clamorosi scivoloni, l’ultimo dei quali può esser considerato lo sbiaditissimo “Interstellar Guru And Zero”. Inevitabile scotto da pagare per chi pubblica dischi a getto continuo. Eppure, nel panorama della neo psichedelia, gli Acid Mothers Temple continuano ad essere necessari, poiché nessuno meglio di loro riesce a interpretare l’improvvisazione freak più selvaggia e libera da freni inibitori.
Il pretesto per parlare di loro mi è stato dato dalla recente pubblicazione di “In O To Infinity”, uscito sotto la sigla Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., quella più utilizzata e famosa. L’album consta di quattro tracce di 18 minuti ciascuna, le quali mostrano il volto più delicato e cosmico della band, ricchissime di richiami ai grandi gruppi kraut rock.
“In O”, il primo brano, inizia con una sospensione astrale di synth degna dei Tangerine Dream, per poi evolversi in sibili galattici e, con l’ingresso della batteria, assumere un andamento alla Neu! e poi spegnersi come una supernova. “In A” è una sinfonia per voci in loop, sussurri indistinguibili e fondali sonori in lento mutamento, rotti qua e là da improvvise scosse noise. Le interferenze rumoriste prendono il sopravvento nella successiva “In Z”, simulando del magma ribollente eruttato da vulcani di qualche pianeta disperso nella Via Lattea, mentre un ossessivo riff di chitarra si protrae per tutta la durata del pezzo. Chiude “In Infinity”, ennesima improvvisazione allo stato brado, aperta da lontani squilli di tromba e successivamente propulsa da batteria e organo hammond, il quale dona un tocco pinkfloydiano alla composizione (periodo “A Saucerful Of Secrets”), mentre tutt’intorno c’è il consueto agitarsi di echi e ronzii, sui quali s’inseriscono perorazioni di fiati free jazz e improvvise aperture delle chitarre. Probabilmente si tratta del miglior brano del disco.
“In O To Infinity” rimane a debita distanza dai capolavori citati qualche riga sopra, ma non è neppure una pubblicazione scadente. Diciamo che si attesta nella media della band, quindi tutti i fan dovrebbero averla. Per gli altri il consiglio è di darci comunque un ascolto, la musica degli Acid Mothers Temple è sempre interessante.
http://www.outune.net/dischi/hard/psychedelic-rock-acid-mothers-temple-in-o-to-infinity-2010.html
http://www.acidmothers.com/
http://www.myspace.com/acidmotherstemple
http://www.myspace.com/stearica
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