La musica del quinto album di questa band che proviene dalla Carolina del Nord nasce - per stessa ammissione dei protagonisti - nei/dai giorni della guerra in Iraq. Suoni e brani che raccontano certamente di morte e rabbia. E frutto di tagli e cuciture di melodie, ricavate con forza dalle idee improvvisative.
Of the Body Prone è un album dai forti contenuti, una fotografia sonora impegnativa, per chi l´ha creata e per chi si trovi ad ascoltarla.
I primi 9 minuti sono un crogiolo di strappi al silenzio, volutamente caotici e rumorosi.
In alcuni episodi, come "Those with Guns," la band affronta la materia della canzone rock, afferrandola, strappandola e quindi rigenerandola. Allo stesso modo fecero anni fa gli Storm and Stress, creando un rock artigianale, reale, umano. La melodia non è mai totalmente assente, è solo trasformata, trasfigurata, rimandata ad una diversa dimensione. Vi sia sufficiente per comprendere questa idea approcciare un brano come "Why Can´t We Be in Jamaica?," dove si ascolta una inquietante assenza, tra tuoni e saette della batteria.
Come non rimandare una canzone come "Easterside Uptight" alla deriva musicale di Captain Beefheart comprendendo, ancora una volta, quanto il musicista californiano e la sua magica band siano stati importanti per il rock.
Ecco un campione sonoro catturato dalla guerra, aerei e esplosioni, bombe e vento. "Total Nightmare in a Deep Dive" è un sorprendente blues in primo piano con, sullo sfondo, la visione e l´odore della tragedia violenta di una guerra. La saturazione dello spazio acustico, le onde sonore che si inseguono, uomini sperduti e dannati. Ancora potenza e schiaffi alle consuetudini musicali mainstream si ascoltano nell´organizzata composizione "Map´s Tattered Edges," con le note e i colpi di batteria che rotolano veloci per strade e montagne ripide. Poi si fermano, ma non completamente, e l´ascoltatore resta un pochino ad ascoltare, con la paura e il fremito che stia per succedere qualcosa di terribile. L´attesa sembra interminabile.
Alla luce delle recenti ammissioni da parte di Tony Blair sulla "falsa inevitabilità" della guerra in Iraq, ora sappiamo, probabilmente, che questi ragazzi e altri che opponevano la non-violenza all´uso delle armi, avevano ragione. La storia sembra ripetersi. Anche questa volta, chi si trovava nel mezzo, non è stato ascoltato, ma deriso come "inutile pacifista". Of the Body Prone è un album vero, di musica sincera, faticosa come la ricerca della verità.
AllaboutJazz di Luca Pagani
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