Originario di Montreal, Michael Blake è senz'altro uno dei migliori sassofonisti delle ultime generazioni di jazzmen d'oltreoceano. Messosi in luce nei Lounge Lizards di John Lurie, Blake ha esordito come solista nel 1997 con Kingdom Of Champa, album prodotto nientemeno che da Teo Macero, produttore per decenni del mitico Miles Davis. Ha suonato o inciso con, tra gli altri, il trio Martin Medeski & Wood, Lee Konitz, Gil Evans Orchestra, Groove Collective, Jack McDuff e il guru del trip hop Tricky.
Arriva a Schio accompagnato da tre giovani e talentuosi musicisti danesi, Kresten Osgood alla batteria, Soren Kjaergaard al pianoforte, Jonas Westergaard al contrabbasso, assieme ai quali ha inciso il cd Blake Tartare, che ha ricevuto grande consenso da parte della stampa specializzata. Osgood è un batterista bravissimo nel muoversi all'interno delle singole battute, capace all'occorrenza di "accarezzare" con le spazzole o mani nude piatti e tamburo, ma pronto a sprigionare tutta la sua energia in cavalcate di grande potenza o a sperimentare nuove possibilità timbriche, strofinando le bacchette sui piatti per ottenere suoni che sembrano frutto dell'elettronica; Westergaard è contrabbassista affidabile e dotato di grande gusto musicale, molto bravo anche con l'archetto.
Perfettamente integrato col resto del gruppo anche il pianista Soren Kjaergaard , dotato di grande estro e creatività: si muove con disinvoltura su tutta la tastiera, sfiorandola, percotendola, regalando bei momenti melodici, o cimentandosi in assoli arditi.
Michael Blake , si alterna al sax tenore e soprano, sempre dimostrando di possedere uno splendido suono dal caratteristico "soffio" e una prodigiosa tecnica (ancor più evidente al soprano, strumento notoriamente ostico). Blake parla nel sax, non disdegna i growl e varie altre tecniche con cui ha colorato, a volte con simpatia, le sue performance, risultando abilissimo nel tenere i suoi assolo per numerosissimi chorus senza perdere lucidità e sensibilità.
I Blake Tartare presentano una musica meticcia, fantasiosa, ricca di colore e inventiva, nondimeno emozionante. Il quartetto si lascia trascinare dal suo sassofonista in interessanti esplorazioni melodiche e sonore alternando brani dalle atmosfere trasognate, magiche, a volte caratterizzati da un incedere volutamente incerto e timido, a momenti musicali dalla trascinante carica ritmica, schiettamente blues o fortemente intrisi di rock.
http://www.michaelblake.net/
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