Al secondo colpo i Calibro 35 portano a casa la refurtiva grossa, raccolgono il frutto della semina noir dell´omonimo esordio targato 2008 e di tanti concerti in Italia e fuori, Stati Uniti compresi, e si ritrovano al primo posto della lista dei ricercati dalla polizia locale, con tante segnalazioni d´attenzione anche oltreconfine. L´origine cinematografica del progetto – che vede coinvolti nomi assai noti per chi ancora si perde nei crediti dei dischi come Enrico Gabrielli (Mariposa, Afterhours, Vinicio Capossela), Massimo Martellotta (Stewart Copeland, Eugenio Finardi), Fabio Rondanini (Niccolò Fabi, Collettivo Angelo Mai), Luca Cavina (Beatrice Antolini, Transgender) e Tommaso Colliva (Muse, Afterhours) – deve molto per non dire tutto all´azione tarantiniana di recupero del poliziottesco e relative soundtracks. Ma la realizzazione è tutta personale, dato che i cinque riprendono i vari Morricone, Umiliani, Micalizzi, Bacalov per darne una versione scarnificata rock-prog ma nutrita di groove funky, con intenzione elettrizzante e ormonale, in una parola cine(ma)tica.
Ricordo molto bene quando spulciavo internet sul finire del liceo col glorioso modem a 56k alla ricerca di mp3 di colonne sonore introvabili e notizie su film che neppure si sapeva se fossero realmente esistiti. Racconta Tommaso Colliva, responsabile della produzione del gruppo, dunque “regista” del progetto e nostro interlocutore – In realtà però, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere che Tarantino ha dato un impulso incredibile alla riscoperta del cinema di genere italiano, allargando la nicchia di possibili appassionati e permettendo a microscopiche etichette e case di produzione di rispolverare i propri cataloghi e riportare in vita alcune perle rare». Ecco dunque l´esordio su un´etichetta di genere come la Cinedelic dove la tracklist abbondante di riletture (oltre ad alcuni dei nomi già citati anche Trovajoli, De Luce, Casa, i fratelli De Angelis) viene chiusa da una cover de L´appuntamento di Bruno Lauzi-Roberto Carlos, con la voce della Vanoni sostituita da quella di Roberto Dell´Era degli Afterhours, sorta di appendice sentimentale ad un reato non ancora compiuto del tutto.
E poi il nuovo lavoro, Ritornano Quelli Di... Calibro 35 (Ghost Records), nel quale è il gruppo a farsi autore della soundtrack di un film (in parte) inesistente rileggendo pure altri brani storici. Le tracce originali sono venute per vari motivi. In primo luogo ci siamo accorti che molto spesso le persone conoscono poco o nulla il repertorio storico a cui facciamo riferimento e che riusciamo a essere “credibili” anche con brani nostri, come successo con Notte In Bovisa del primo album. Un secondo forte impulso è poi arrivato dalla realizzazione della colonna sonora per un film indipendente italiano dal titolo “Said” dello scorso anno e dalla produzione delle musiche per quello che si presenta come il documentario definitivo sul cinema poliziesco italiano, dal titolo “Eurocrime” del regista americano Mike Malloy. Entrambe queste esperienze ci hanno costretto a confrontarci con una scrittura “di genere” che da un lato doveva rappresentare tutto l’immaginario che ci portiamo dietro ma al tempo stesso dovevano essere materiale originale al 100%.
E d´altra parte l´uscirne con credibilità dal confronto con mitologie più o meno conosciute (vedasi il trattamento di krautismi e riffarama riservato alla morriconiana Milano odia: la polizia non può sparare) è l´arma in più dei Calibro 35. I quali superano l´inevitabile effetto vintage con la potenza di un suono rombante e riqualificato mentre parificano i padri-maestri calandosi alla perfezione nello spirito (violenza, psichedelìa, sensualità) della materia sonora che vogliono modellare. Tanto da andare a spiegare agli americani come rendere il funk così impuro (di jazz, rock, accademia) e così metropolitano (di asfalto e trattative segrete con gli sbirri) nel corso di varie sortite e incontri oltreoceano: Malloy ci ha chiesto di scrivere la colonna sonora del suo documentario sul poliziesco italiano perché è impazzito per la nostra musica così fortemente “italiana”. Molto probabilmente questa commistione strana tra generi molto diversi come il funk, il rock, l’accademia, il jazz poteva avvenire solo in Europa in maniera così spuria. E non fa niente se poi quell´aurea di vintage sporcato e rinnovato che si respira tanto vintage non lo sia proprio (Purtroppo gli assunti fondamentali del cinema poliziesco rimango fortemente radicati oggi come ieri: di contro credo oggi ci sia una disillusione maggiore e, purtroppo, una grossa rassegnazione). Tra delinquenti per le strade e soprattutto delinquenti nel palazzo, i Calibro 35 sono gli unici ricercati che ci piace vedere in giro per le strade.
http://www.sentireascoltare.com/articolo/1124/calibro-35-gli-autori-del-furto.html
Ondarock
I Calibro 35 hanno realizzato un disco da diventarci davvero e definitivamente pazzi. Questo quartetto, costituito da Massimo Martellotta, Fabio Rondanini, Luca Cavina ed Enrico Gabrielli (già con Mariposa e Afterhours), sotto l’attenta supervisione di Tommaso Colliva, centra un bersaglio clamoroso rieseguendo con gusto e competenza sottilmente postmoderna alcune delle più spericolate colonne sonore di film italiani (principalmente “poliziotteschi”) degli anni 60 e 70, a firma dei vari Morricone, Bacalov, Trovajoli e Micalizzi che a quel filone hanno legato le stagioni più fervidamente creative e sperimentatrici delle proprie carriere.
Dopo che i dj inglesi dal piglio più astutamente revisionista sono venuti a insegnarci le delizie estetiche dimenticate (per non dire rimosse) dell’italodisco, e mentre più o meno tacitamente imperversa un riattraversamento archeologico delle troppo presto ammutinate miniere beat e immediati dintorni, con i Calibro 35 si impone un nuovo esercizio di anamnesi culturale, sontuosa quanto necessaria, che rimbalzando tra pellicole come “Italia A Mano Armata”, “La Mala Ordina”, “Indagine Su Un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto” e tantissime altre (ci sono anche due bellissimi inediti: “Notte In Bovisa” e “La Polizia S’Incazza”), restituisce splendore e abbacinante lucentezza sonora a un’atlantide sommersa di musiche capaci come poche altre di raccontare un’epoca irripetibile e prometeica del cinema italiano (chiedere a Tarantino per credere).
In un carnevale di progressioni funk-jazz cariche di pathos romanzesco e potenziale visivo, tocchi beffardamente zappiani, complessi reticoli prog che dai King Crimson arrivano ai Tortoise passando per i Goblin, “Calibro 35” è tutto uno stilosissimo fiorire di inseguimenti a base di fiati arroventati, tastiere che sfrigolano sulle loro frenate a secco e chitarre che deflagrano come sirene spiegate nel testacoda immaginario di uno spietato romanzo criminale formato Diabolik da infilare nella fondina ancora fumante e odoroso di polvere da sparo. Un assoluto must have, per collezionisti e appassionati ma non solo.
http://www.ondarock.it/recensioni/2009_calibro35.htm
SentireAscoltare
Arrivata alla seconda prova l´archeologia creativa dei Calibro 35 (Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Fabio Rondanini, Luca Cavina e Tommaso Colliva) non cambia le carte in tavola, semmai le definisce con più precisione, volgendo lo sguardo verso nuove influenze e scelte, inevitabili viste le premesse e l´ottima risposta avuta dall´omonimo esordio.
Ok il solito funky scuro e dinoccolato, a tratti ormonale; ok certe marchiature jazz-blues di chitarre e fiati; ok l´estro giocoso e ricombinatorio di matrice prog, seppur senza eccessi. Ma ora anche un´autorialità che si fa maggioritaria (otto su tredici i brani autografi) – definendo il gruppo come band vera e propria – mischiata al solito recupero di brani da soundtrack b-movie più o meno conosciute (Gianni Ferrio, Ennio Morricone, Piero Umiliani, Ritz Ortolani), come sempre scarnificati, nutriti di tiro e inspessiti in elettricità senza remore e senza pudore; tracce che degli inediti sono i padri putativi, ovviamente di figli all´altezza.
E se oggi l´orizzonte sonoro chiama a raccolta il sudore di fiati Motown (Eurocrime!, la poderosa Piombo in bocca) e una psichedelìa trattenuta ma caratterizzante, in ipnosi di hammond settantiane (Sospesi nel traffico) o wha-wha fluorescenti (Gentilsesso e brutali delitti) – come un Morricone ad arrangiare i Doors o a lasciare liberi i primi timidi segnali di nottate passate coi Flaming Lips in cuffia – è perché la musica dei Calibro 35 sa lasciarsi scavalcare dal passato per rubarne lo slancio mentre annusa il presente. Vedasi il recupero più interessante della tracklist, una Milano odia: la polizia non può sparare ingrezzata tra White Stripes e Led Zeppelin, con krautismi cadenzati in fondo. Mira perfetta, invincibili nell´inseguimento: meglio averli come amici che nemici questi cinque.
http://www.sentireascoltare.com/recensione/6648/calibro-35-ritornano-quelli-di...-calibro-35.html
http://www.myspace.com/calibro35
http://www.calibro35.com
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