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CUT + Schiele a seguire Dj Killer

  • venerdì 28 Gennaio 2011

I CUT nascono a Bologna neI febbraio 1996 ed esordiscono dal vivo nel giugno dello stesso anno. E´ l´inizio di un´incessante attività live che dura tuttora e che ha portato la band a esibirsi su e giù per l´Italia, l´Europa continentale, la Gran Bretagna e gli U.S.A. Dividono il palco con (tra gli altri): ): Make-Up, Unwound, Royal Trux, Ulan Bator, Speedball Baby, Delta 72, Hives, The (International) Noise Conspiracy, Capitol City Dusters, Old Time Relijun, Eels, Man or Astro-man?, Heavy Trash, Violent Femmes.

Trouble/Desire
Il gruppo registra il proprio primo demo tape Trouble/Desire. E´ il marzo 1997. Nel novembre dello stesso anno esce Metal Machine Muzak, primo prodotto dell´etichetta bolognese Gamma Pop e prima uscita "ufficiale" dei CUT. La compilation, oltre a "Psycho" dei CUT, vede la partecipazione di bands quali Massimo Volume, Headcleaner, Ulan Bator, Three Second Kiss e di gran parte dei nomi più interessanti dell´underground italiano.

Operation Manitoba
Un anno dopo le sessions di Trouble/Desire i CUT fanno irruzione nei Sub Cave Studios di Bologna per uscirne con il master di Operation Manitoba, esordio "ufficiale" del gruppo. Mixato da Fabio Magistrali il disco esce nell´autunno ´98 e viene seguito da un lungo tour che porta la band fin sul palco del Beach Bum festival 2000. Operation Manitoba, registrato live in studio, è una fedele fotografia del suono dei CUT, fino a quel momento affidato principalmente ai concerti dal vivo. Il disco viene accolto in maniera estremamente positiva dalla "stampa specializzata" con recensioni, articoli e interviste su Rumore, Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Rocksound, Bassa Fedeltà, Jammai nonchè su innumerevoli fanzines. Luca Frazzi di Rumore definisce Operation Manitoba: "..disco italiano dell´anno." (Rumore, n.82, Nov.98).

Will U Die 4 Me?
I CUT rientrano in studio con il fonico americano Juan Luis Carrera, comproprietario della Slowdime Records, per registrare il seguito di "Operation Manitoba". Il disco, uscito nel febbraio 2001 sempre per Gamma Pop, porta il titolo di Will U Die 4 Me? ed è la testimonianza di due anni di sforzi e passione nella vita della band, che hanno portato ad alcuni cambi di formazione e a una evidente crescita musicale. L´intenso tour promozionale seguito all´uscita di Will U Die 4 Me? (50 concerti nella prima metà del 2001) porta i CUT a suonare più volte oltre i confini nazionali e ad aprire il programma dell´edizione 2001 del festival Independent Days.

Torture
Nel dicembre 2001 la band registra quattro tracce scritte prima dell´uscita del secondo album e ormai parte integrante del proprio live show. I brani, tre originali del gruppo e una cover del classico di Prince "Sign o´ the Times", saranno raccolti in un EP uscito a marzo 2002. Il disco, intitolato Torture, contiene anche una sezione CD ROM che raccoglie i due video che la band ha girato per i brani "Sugar Babe" e "Will U Die 4 Me?".

Bare Bones
Il 3 ottobre 2003 è la data di uscita di Bare Bones, nuovo album della band: Juan Carrera è ancora una volta dietro al mixer per un disco che mostra nuove prospettive per il suono dei CUT, tra garage, new wave e deragliante rock and roll sporcato di rumore. Al disco segue l´uscita europea di un remix in chiave electro funk di due pezzi presenti su Bare Bones ("Animal Lady" e "My Baby Just Wants to Be Alive") a opera del dj Angelo Sindaco. Il singolo comparirà sotto il moniker Cut Off. Sotto lo stesso nome è uscita una cover, molto personale, di "Showroom Dummies" dei Kraftwerk, realizzata appositamente per una compilation legata a una mostra londinese sulla stilista Vivienne Westwood. Rimanendo in tema di cover i CUT registrano in questo periodo anche un brano dei Red Red Meat destinato a essere incluso in una compilation tributo al gruppo americano in uscita a breve per l´etichetta bolognese Unhip. Gli altri nomi coinvolti? Mark Lanegan, Calexico, Flaming Lips, Modest Mouse, Calexico, Settlefish e tanti altri.

A Different Beat
Il quarto disco dei Cut esce il 6 marzo 2006 e si chiama A DIFFERENT BEAT. Le tredici canzoni del disco sono state registrate e mixate all´Esagono Recording Studio di Rubiera, con l´impagabile ausilio di Bruno "Mozart" Germano (Settlefish) e Andrea Rovacchi (Slugs). "A DIFFERENT BEAT" viene stampato, promosso e distribuito in Italia e in Europa attraverso Homesleep Music, segnando così l´inizio della collaborazione tra i CUT e la gloriosa etichetta di stanza a Bologna. Nel marzo 2007 l’album viene pubblicato in Inghilterra ottenendo ottime recensioni da parte della stampa specializzata.
Nel 2008 I CUT hanno intrapreso due tour europei, uno in Francia e Inghilterra (insieme ai Settlefish) e uno nei paesi baltici e in est Europa (Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca e Polonia). I CUT con i Settlefish, i Verdena e i Disco Drive sono tra i protagonisti di uno speciale (+ intervista) sul rock italiano uscito sulle pagine dell’autorevole Sunday Times Online.

Don’t Turn Away/Oh Dear
A giugno 2010 è uscito uno 7” split con i Settlefish. Entrambi i brani sono outtakes degli ultimi lavori delle band. Il singolo è stato pubblicato dall’etichetta di Bolzano Riff Records.

Annihilation Road
Nel novembre 2009 la band ha registrato un nuovo album, “Annhilation Road”. Le session di registrazione si sono tenute a New York presso il NY HED studio di proprietà di Matt Verta-Ray, mente degli “Speedball Baby” e chitarrista del nuovo progetto di Jon Spencer, “Heavy Trash”. Durante le sessions la band si è esibita in uno showcase al Piano’s, un club del Lower East Side, Manhattan.
Il disco, contenente 14 tracce, è stato masterizzato da Ivan Julian, chitarrista dello storico gruppo proto-punk “Richard Hell and The Voidoids”. La release del nuovo album dei CUT è stata affidata alla GO DOWN Records etichetta veneto/romagnola dedita da anni al culto del rock in tutte le sue declinazioni più autentiche e selvagge. A breve sarà disponibile anche la versione in vinile di ANNIHILATION ROAD.

Schiele

Gli Schiele sono tre musicisti originari della provincia di Vicenza, giunti al secondo album.
"Pictures Of Mountains" è stato registrato sotto la supervisione di Giovanni Ferliga e Giulio Favero del Teatro degli Orrori, che interviene anche con la chitarra in "My Death", liberamente tratta dall´omonimo libro di Raymond Carver.
Dal titolo e dai contenuti musicali e lirici dell´album si sprigiona tutto l´amore di Damiano, Livio e Luca per la montagna, con le sue asperità, le difficoltà che pone, ma anche con i meravigliosi paesaggi impressionistici che è in grado di regalare.

Noise e armonie si rincorrono per tutti i cinquanta minuti di "Pictures Of Mountains", ripieno di un senso di claustrofobia continuamente squarciato da lampi di grandiosa luminosità musicale, con picchi di assoluta epicità.
L´indole è quella dei Jesus Lizard che decidono di prendersi ogni tanto cinque minuti di relax, e il legame con il sound della band hardcore americana è subito suggellato dall´esplosiva "We Don´t Want To Be Your Friends", posta programmaticamente all´inizio della tracklist.
Ma già dalla successiva "In The Room There Was Violence" i muscoli sono sopraffatti dal cuore, con la melodia che riesce ad avere il sopravvento sulle pulsazioni del basso e sulla fisicità della batteria.

Si continua con le nervose e abrasive "Pills", "My Death" e "The Night", alternate alle più tenui ma sempre oblique "Portraits Of Love" e "This Heart Does Not Hurt", in un continuo saliscendi che ci conduce fino alla conclusiva "Mountains Get Higher", un´interminabile spirale sonora che giunge a sfiorare i quindici minuti.
Il basso martellante della più lineare "Four Times" e il riuscito strumentale "Spiders Vs Spiders" (una via di mezzo fra Slint e post-rock) danno altri punti al disco, dimostrando l´innata capacità del trio di muoversi a proprio agio sia nelle atmosfere Dischord-oriented, sia nei momenti più evocativi.
"Pictures Of Mountains" è un ottovolante che si muove imprevedibilmente fra ruvidezza e malinconia, fra calma e nevrosi, richiamando alla perfezione le linee essenziali e taglienti di Egon Schiele, l´artista austriaco fra i massimi esponenti della Secessione Viennese dal quale la band ha mutuato il nome.

Con questo lavoro il trio vicentino si impone all´attenzione come una delle migliori band italiane in circolazione, andando a riempire uno spazio che Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena e Giardini di Mirò hanno lasciato disponibile.
Gli Schiele ci si inseriscono alla perfezione e a tre anni di distanza dall´esordio di "This Heart Does Not Hurt" dimostrano di essere cresciuti e di poter aspirare a un ruolo di primissimo piano, degni continuatori del lavoro svolto in passato con maggiore intransigenza dai catanesi Uzeda.
Non c´è glamour in questo disco, ma un mare di versatilità.
Li aspettiamo alla prova del fatidico terzo album, che ci svelerà a pieno il futuro della band.
(Ondarock)
http://www.soundofcut.com/
http://www.myspace.com/cuttheband
http://www.myspace.com/schiele3

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