ATTENZIONE DATA ANNULLATA
Di seguito il comunicato ufficiale
"Per cause non dipendenti dalla Ros Amand Sound&Motion, ma di esclusiva responsabilità e scelta della band Phurpa, ci troviamo a dover annullare il tour annunciato. Tale scelta, tanto improvvisa (siamo stati avvisati definitivamente solo ieri, lunedì 6 Ottobre 2018), è stata dettata da motivazioni futili ed incomprensibili, imputabili, probabilmente allo scarso interesse della band russa a raggiungere l’Italia, cosa per altro già accaduta con le stesse modalità, per ben due date (Roma e Parma) nel maggio 2017. Davvero non pensavamo potesse succedere ancora.
Ci scusiamo per il disagio. Ros Amand"
[CSC Genere Umano]
Phurpa è un collettivo russo dedito al recupero ed allo sviluppo della musica sciamanica e tantrica del rituale del Bön, religione pre-buddhista diffusasi in Tibet, Nepal, India, Bhutan ed in alcune province Cinesi. La musica è caratterizzata dal canto armonico (canto Gyer), tipico delle tradizioni Tibetane e Mongole (canto di Tuva) o del canto a tenore sardo. Si tratta di una particolare tecnica per cui una singola voce emette due o più suoni simultaneamente.
Nel caso dei Phurpa il coro armonico sarà composto da ben 4 musicisti, con l’aggiunta dell’utilizzo di strumenti etnici tipici, molto rari, costruiti di materiale organico.
Sono stati prodotti da Stephen O'Malley dei Sunn O))) con i quali hanno suonato nei maggiori festival Europei assieme a JAPANDROIDS, The Ex, Wilco, Tortoise, Savages, Pauline Oliveros, Jonny Greenwood, Swans, Black Mountain…
KHN ' SHS (Italia) Musica per il subconscio, legata all’Oriente ed alla psichedelia cosmica, con riferimenti a Stockhausen e Luigi Nono, fatta di sintetizzatori analogici e modulari, voci, theremin e percussioni.
BIO
Nel 1990 a Mosca, guidati da Alexei Tegin, un gruppo di artisti e musicisti si avvicinava allo studio della musica rituale per recuperare le radici musicali nelle antiche culture egizie, iraniane e tibetane. Nel 2003 la line-up definitiva del progetto assumerà il nome di Phurpa.
I membri sono accomunati dalle individuali ricerche nelle liturgie Bön e buddiste.
L’armonia si diffonde a partire dal canto delle sillabe magiche (che cioè generano una modificazione sulla realtà) che compongono i mantra, e viene poi integrata dagli strumenti rituali.
Il tipo di canto utilizzato (Gyer) e gli strumenti tipici della tradizione Bön generano un sound inconfondibile. I brani sono vere e proprie tracce sonore di rituali e di preghiere utilizzate dai monaci Tibetani.
Non ci sono sintetizzatori e soprattutto non vengono usati strumenti che non abbiano componenti organiche.
STRUMENTI USATI
Nga: largo tamburo con doppio lato. Il diametro varia dai 50 cm ai 180 cm. Cantando si creano vibrazioni della voce a bassa frequenza. Spesso usiamo due tamburi che sono diversi di un semitono o di tre semitoni.
Dung-chen: tromba tibetana in bronzo lunga dai 2 m ai 3 m, rappresenta la voce degli Yidam . Vengono usate sempre in coppia.
Bup e silnyen: piatti in bronzo.
Shang: una campana appiattita.
Rgya-ling: una specie di oboe.
Kanling: un piffero ricavato da una tibia umana, usato per evocare.
STORIA
IL BUDDHISMO IN TIBET
In Tibet non esiste una parola che significa “Buddhismo”, o ci si definisce Chos-pa (coloro che seguono il Chos) o Bon-po (coloro che seguono il Bon).
IL BÖN
Il Bon è una religione pre-Buddhista che si è sviluppata principalmente nel Tibet e nel Nepal (anche se è arrivata a contaminare alcune zone dell’India e della Cina). I Bonpo riconoscono nella propria religione tre fasi importanti.
La prima fase viene denominata Jola-bon (Bon manifesto). In questo periodo erano venerate divinità che rappresentavano i principi maschili e femminili, diffusi erano inoltre i culti delle Divinità locali. Il Sacrificio rituale era una pratica quasi consueta per propiziare la benevolenza delle divinità; per stringere un patto; per inaugurare o occupare una casa la prima volta. Un altro elemento caratteristico era l’estasi oracolare.
Nella seconda fase Kyar-bon (Bon differente) il Bon-Chos subisce il contatto con l’India e con le tradizioni Buddhiste e Brahaminiche (v. Induismo). In questa fase l’escatologia, l’etica e la metafisica Bon risultano molto simili a quelle del Buddhismo e il profeta Senrab Mibo viene identificato come un’incarnazione del Buddha. Le divinità Induiste trovano posto nella dottrina del Bon-chos: vengono considerate come entità luminose che hanno la capacità di influenzare i fenomeni. Esempi classici sono l’adattamento della dottrina Tantrica della Shakti e il culto della Yoni, oppure “Il Dio della Montagna” che è una trasposizione di Rudra.
Nella terza e ultima fase, chiamata Gyur-Bon (Bon trasformato), la religione viene accettata ed in parte assorbita dal Buddhismo. Il periodo corrisponde a quello della Prima Epoca del Buddhismo in Tibet. Da questo momento le divinità del Bon verranno assorbite e inglobate dal Buddhismo Tibetano.
Ancora oggi il Bon sopravvive in Tibet e in altri luoghi.
Le pratiche più importanti della Tradizione Bon coinvolgono i Chakra e quindi il Tantra. L’obbiettivo principale di questa pratica è di ottenere uno stato di beatitudine e di liberazione dalla condizione negativa (la “realtà” è un’illusione), assumendo il controllo della percezione e della cognizione.
A questo fine la ritualità Bon prevede la recitazione di specifici Mantra con un tipo di canto che viene definito tantrico: in questa direzione sono orientati i Phurpa.
Tra gli strumenti che vengono utilizzati in queste pratiche, il gruppo ha deciso di rendere onore ad uno in particolare: il Phurba.
Il Phurba è un pugnale rituale utilizzato in varie correnti del Buddhismo Tibetano. Può essere costituito di elementi naturali come il legno o vari metalli. È formato verticalmente da una testa (che è solitamente quella di una divinità), da un manico e infine da una lama (di tre lati, a forma piramidale). La sua struttura è studiata per assorbire, trasformare e dirigere le energie negative. Il simbolismo del Phurba può essere interpretato in vari modi: la testa può rappresentare sia il capo dell’uomo che il mondo superiore nella costituzione sciamanica dell’universo; il manico rappresenta il busto e il mondo di mezzo; la lama rappresenta le gambe e il mondo inferiore.
Ma un pugnale rituale non è solo uno strumento o un’immagine che simbolizza una determinata divinità (come avviene con la Croce nella religione Cristiana), bensì è un essere Divino che porta lo stesso nome: Phurpa. La divinità e l’oggetto, quindi, combaciano perfettamente. Nella pratica il Phurba è un’arma usata contro i Demoni. I Demoni nel Buddhismo sono entità che rallentano il percorso spirituale dell’uomo impedendogli di raggiungere la Buddhità, ovvero, lo stato di Illuminazione. Apparentemente questo potrebbe essere in contrasto con la dottrina della “compassione” (che consiste nel non nuocere a nessun Essere Senziente), ma in realtà, il Demone viene “ucciso” per compassione, liberandolo dunque dalle sue qualità negative (infatti nei testi Tibetani la parola utilizzata è “sgrol” (liberare) e non “bsad” (uccidere).
LINK
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/27/conoscete-i-phurpa-allora-avete-sentito-il-suono-delle-ossa-umane/3934813/
https://www.facebook.com/PHURPAband/
https://www.facebook.com/khnshs/
INFO SERATA
• Apertura ore 17:00
• Inizio concerto ore 18:00
• Contributo responsabile: 10 Euro, Riduzione 5 Euro per gli studenti con documento> vedi qui
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