La band nasce nel 1994 per volere di David Thomas, fondatore dei Pere Ubu, storica rock band sperimentale americana attiva dal 1975. I Two Pale Boys sono il trombettista Andy Diagram (già nei Diagram Brothers, James, e Spaceheads) ed il chitarrista Keith Moliné (Infidel, Mesmerist).
Forti di una tecnica fuori dal comune (Diagram suona la tromba aiutandosi con delay, echi e filtri elettronici, Moliné è uno sperimentatore della tecnologia MIDI applicata alla chitarra) David Thomas & Two Pale Boys possono essere considerati i diretti discendenti dei Pere Ubu.
Recensione di Sergio Amadori:
-So di essere difficile. A volte ho richieste esagerate. Non parlo molto, spesso anzi non do alcun ragguaglio, con me bisogna essere pronti a lavorare in una sorta di relativo vuoto, eppure in completa sintonia con quello che probabilmente vorrò. Posso essere irritabile. Sono capace di rovinare un’esecuzione per il capriccio di un momento. Lo so. Sono i miei lati negativi. Ma con il pubblico so far cose che i migliori neanche si sognano. La mia persona sul palcoscenico è l’opposto di tutti i miei difetti, è come vorrei essere io nella realtà. Cerco di spingermi sempre oltre, di assumere rischi sempre più grandi. E se so di poter schivare un proiettile, creo situazioni in cui sfido me stesso a schivarne due. Questo può veramente appassionare quando si lavora con me. Non è da tutti. Lo so. E poi forse piace anche come canto-
Queste alcune personali ammissioni di David Thomas - fondatore dei leggendari Pere Ubu, gruppo che ha cambiato irrevocabilmente il modo di avvicinarsi al rock - ai Due Pallidi Ragazzi che lo accompagnano nell’attuale ventura. Andy Diagram suona la tromba attraverso ricevitori radio, armonizzatori e sistemi eco, costruendo stratificazioni melodiche e ritmiche di fortissima suggestione; Keith Moliné usa una chitarra midi per manipolare miriadi di voci, brusii, accenti e misteriose spigolosità sonore; insieme creano paesaggi elettronici aperti e ammalianti, cadenzati da loop a dir poco ingegnosi. Pallidi i due ragazzi lo sono solo per contratto - neanche poi tanto ragazzi, a dire il vero, protagonisti negli anni di numerose e durature esperienze a nome Honkies, Spaceheads, Infidel - giacché le fulminazioni sonore di cui sono capaci sono in verità quanto di più vivido ci si possa attendere da un piccolo equipaggio attrezzato in questo modo. Al punto che spesso impone di disciplinarle, quelle folgorazioni, il Grande Affabulatore. Non è il primo, non è l’unico, questo trio è però forse il più equilibrato dei progetti musicali intrapresi da David Thomas con l’obiettivo di definire il rapporto tra gli altri strumenti e la voce, la sua: singolare, risoluta, pochissimo incline a fondersi/confondersi col resto. Vengono in mente le indagini di inizio anni ottanta con Lindsay Cooper e con Chris Cutler - fagotti e sassofoni e tamburi sublimi, esperienze bruciate nel qui e ora dello spazio-tempo teatrale, e per questo sfuggite alla discografia retrospettiva - oppure il flirt con le fisarmoniche, con John Kirkpatrick, con Accordion Club, da solitario dilettante o in duetto con la moglie: sempre alla ricerca di un medium forte ed efficace e schietto abbastanza da poter reggere il racconto dell’esperienza nel momento in cui vuol farsi canto.
Thomas cantava allora di mostri in fondo ai laghi, di pesci e uccelli senzienti e sapienti, di dinosauri e di vegetali primitivi e caparbi, e di gente poco rassegnata a credere alla loro definitiva scomparsa: oggi ancora parla e canta di donne e uomini che mal si piegano alle idee dominanti, alle culture che omologano merci cibi abiti e paesaggi, donne e uomini che non accettano le visioni presunte e imposte dai governi, donne e uomini che proprio non intendono collaborare. Gente che in piccoli individuali gesti condensa il destino e l’amarezza di molta altra parte del genere umano, gente che le storie e gli amori a volte portano ad abusare di sé, gente che dà i numeri e che manca gli appuntamenti, che sente voci dentro fuori e ovunque e dà loro risposta parlando con la radio o da impossibili telefoni; gente che corre tutta la notte per sfuggire al pianto degli angeli, che si esilia e si perde lungo le strade del pianeta, fuori portata, oppure - a volte anche questo - finendo giù al fiume a meditare il suicidio.
Scegliendo una linea narrativa di volta in volta diversa, David Thomas raduna gli episodi del suo serial in una trama a maglie più o meno fitte a seconda dell’occorrenza, dello stato d’animo e delle cose, dell’alchimia delle persone e delle sostanze. Lo stupore e lo spaesamento altre volte provocati dalle frasi mozzate, dall’isteria ritmica o dalle iperboli rumoriste si stemperano in frasi dal respiro disteso, la metrica prende a dilatarsi e può accadere che impercettibilmente la memoria conduca lontanissimo, a intercettare una o due folgorazioni - una wilsoniana Surfer Girl, addirittura - sorprendenti per una musica urbana priva di riconosciute appartenenze o di vera cittadinanza, radicata nella geografia del suono ma a nessuna plausibile latitudine. Il primo cd ufficiale del trio, lo si ricorderà, accoglieva l’idea butleriana di un 'Nessun Dove', esibendo però una mappa dell’Ohio costellata di città siberiane. Spaesamento. Stupore.
È una stagione di ritrovata visibilità per David Thomas, questa degli anni più recenti: pubblicazione a buon ritmo di nuovi materiali e di opere retrospettive che ne mettono in luce il trentennale percorso artistico, realizzazione di cd multimediali e di pagine sul web ricche come poche, conferenze brillanti e conduzione di festival a tema, allestimenti d’opera e rivisitazioni di pellicole felliniane, tour spesso incrociati di Pere Ubu, dei ricostituiti Rocket from the Tombs e del trio, con bella permeabilità dei rispettivi repertori e raramente un concerto uguale a quello precedente. Non è davvero il caso di perdersi il prossimo.
DISCOGRAFIA ESSENZIALE:
1996 EREWHON, Cooking Vynil
2001 SURF’S UP!, Glitterhouse
2004 18 MONKEYS ON A DEAD MAN’S CHEST, Glitterhouse
Altre recensioni:
Paolo Giovanazzi, www.rockol.it
Elio Bussolino, www.kwmusica.kataweb.it
Cristian Degano, www.ondarock.it
Massimo Splendore, www.suono.it
Massimo Padalino, www.sentireascoltare.com
Fabio Cerbone, www.rootshighway.it
http://www.projex.demon.co.uk/pbs.html
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