Il repertorio dei MANGIA MARGOT lascia spazio ad una sola definizione: disorientante. Rendere ciò che si sta suonando quanto più personale possibile alle orecchie di ciascun ascoltatore, non dare alcuna chiave di lettura. Intrattenere un muto rapporto con il pubblico basato su ciò che la musica trasmette senza che ci sia un unico modo per essere recepita, senza ritornelli da canticchiare, senza che in testa niente resti a lungo, ma permettendo divagazioni diverse ad ogni ascolto. Tutto questo consente la personalizzazione di ciò che si sente: "evitare che la fantasia che un libro suscita possa diventare un invasivo film".Questo modo di vedere le cose porta inoltre con sè un sottaciuta critica alla realtà della zona in cui i tre vivono. Una sorta d´affronto e rifiuto di ciò che segna l´omologazione di quei posti. Lo stesso uso del non sense per i titoli (numeri nel primo lavoro, incongrue alternanze italiano-dialetto per il secondo), così come le presentazioni fatte senza microfono, vuole in qualche modo costringere il fruitore ad uno sforzo di concentrazione e interpretazione maggiore del solito per quel che riguarda la ricezione di messaggi e parole; a detta loro abusate nel mondo dell´iper-informazione e dell´iper-pubblicità in cui viviamo, e che nello specifico si può vedere pure aggravata da quelle gossipstiche dinamiche di paese. I tre, che non spiccano certo per intelligenza emotiva, usano tutto ciò che fanno per descriversi al pubblico ma allo stesso tempo non impongono a nessuno il dover capirli. Sarà la loro, una rilettura del punk che li ha formati in chiave moderna? Non lo sapremo mai.
I TRILOPHON vengono sintetizzati nel laboratorio della Slave Minds Production (2001). Con il fine di codificare il Trip Out, quale genere musicale, l´intento è di sperimentare nuove sonorità, coniugando l’elettronica con la “musica stonata” (primo Jazz europeo o popolare), il tutto su base dinamica o dance. In qualità di psicofarmaco il TRILOPHON può essere assunto sia ballando che comodamente origliando in poltrona o in altro contesto, questo grazie alla poliedricità dei componenti nell’esprimere le loro qualità musicali, organizzative ed improvvisative dirette alle varie evenienze. Ogni brano pensato, creato od interpretato dai TRILOPHON, vuole dare il “trip out” desiderato da chi l’ascolta.
Gli SNAKIOPLATZ sono 3 elementi (strani), Basso, Batteria e Chitarra che compongono ed eseguono esclusivamente Musica strumentale, basata su estrazioni di generi molto diversi fra loro e mescolati con paziente cura . Si possono facilmente distinguere reminescenze “Zappiane” nelle strutture accoppiate a stralci di Funk moderno e sound Metal abbastanza pesante determinato da un eccentrico chitarrista. La loro musica è molto varia ed inaspettata e porta l’attenzione all’imprevedibilità nella successione degli eventi. Si divertono gli Snakio, che hanno capito come stupire chiunque sia stufo della solita minestra sia nel genere che nella composizione. Frutto di una generazione post moderna, sono caratterizzati da una simpatia musicale che lascia sensazioni positive e di accattivante appagamento. Oltre alle varie vincite nei contest, hanno rappresentato il Veneto all’Arezzo Wave 2006.
TESTADEPORCU
Velocità. Compressione. Tempo. Sono questi i tre fattori preponderanti che spingono due musicisti bolognesi di vecchia data a dare vita, nell´agosto 2001, al progetto, minimale nella formazione, massimale nella musica. I TESTADEPORCU sono Diego D´Agata già bassista e urlatore negli Splatterpink, jazzcore band con tre cd all´attivo e dieci anni di longevità e duro lavoro alle spalle e Claudio Trotta, incendiario batterista di un´altrettanto rodata prog band, DeusEx Machina, nonchè al servizio di numerosi ensemble di musica contemporanea bolognese (Orchestra Spaziale, Ella Guru, Marco D…). La personalità prorompente del bassista si evinceva già dal precedente progetto ma qui esplode definitiva e libera. I pezzi sona una supernova compatta e rapidissima che gioca a imitare dei del genere (bass e drum) quali i japponoise Ruins, cercando di spingersi fino alle velocità irragiungibili dei terribili progetti zorniani Naked City. C´è anche un brano intitolato "John Zorn" e naturalmente potete immaginare da soli cosa capiti in quei 2 minuti. Sopratutto nell´utilizzo della voce e nella declamazione dei testi rimane indubbio il continuo e devoto tributo ai Magma, band francese di culto capitanata e inventata dal dittatore Christian Vander.
http://www.mangiamargot.it
http://www.snakioplatz.it
http://www.testadeporcu.com
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