DOUNIA:
Faisal Taher - voce
Vincenzo Gangi - chitarra voce
Giovanni Arena - contrabbasso, voce
Riccardo Gerbino - percussioni
+
Moncef Ghachem - voce recitante
QUELLI CHE BRUCIANO LA FRONTIERA
"E´ la traduzione di harraga, termine che in arabo designa i migranti clandestini, quelli che attraversano il Mediterraneo su scafi vecchi e stracarichi alla ricerca di fortuna sulle coste europee e che troppo spesso ci annegano in quel mare; è anche il titolo che abbiamo scelto per questa nuova produzione che unisce le musiche dei Dounia alle parole poetiche di Moncef Ghachem e di Biagio Guerrera, qui presente in veste di autore oltre che di traduttore e voce recitante come nel precedente reading:
Dalle sponde del mare bianco, presentato con discreta fortuna in Italia e Tunisia in tempi recenti.
Forse perché questi sono anni particolarmente duri per le popolazioni che abitano sulle coste del Mediterraneo questo lavoro sta nascendo più duro, più “politico”, più compatto.
Rimane sempre il canto palestinese di Faisal Taher, il calore acustico dei Dounia, il respiro alto della poesia di Ghachem, declinata ancora una volta in francese e tunisino, che si incontra con il siciliano dolente e musicale di Guerrera.
Due lingue, due mondi che si guardano attraverso lo specchio del mare e dell’emigrazione, del tentativo di conoscere e della disperazione, dell’amore e del sogno.
Testimonianza di un’amicizia e di un dialogo ancor più che possibile necessario. Un dialogo che ci piacerebbe essere di esempio in anni dove le ragioni del cuore e dell’intelligenza cedono quotidianamente il passo all’odio e alle armi.
Ma la poesia, la musica non cambiano il mondo, lo sappiamo bene… intanto a noi hanno cambiato un po’ la vita e di questo facciamo tesoro."
E´ un progetto che unisce musica e poesia: reading, così com´è consuetudine definirlo e presentarlo oggi. Durante lo spettacolo, i versi, già di per sé musicali, del poeta tunisino Moncef Ghachem, s’intersecano ripetutamente con le trame melodiche, con la pulsazione dei ritmi e con il fascino delle arie e dei brani, appositamente composti dal gruppo per il reading. Più che un’alternanza tra una lettura e un brano musicale, è una vera e propria continua ´interpolazione´ dove, frequente, la parola o il verso divengono parte integrante dell´arrangiamento e della stesura stessa del brano. In egual misura avviene anche nel procedere dei toni, - ora suadenti, ora declamati e decisi -, che la voce di Moncef Ghachem assume, di volta in volta, modulando di pari passo alla composizione, facendone così risaltare ogni particolare descrittivo ed evocativo.
Moncef Ghachem è nato nel 1946 a Mahdia (Tunisia) in una famiglia di pescatori, ha seguito una brillante carriera di studente che lo ha portato da Mahdia a Sousse, Tunisi e Parigi. Giornalista e scrittore è tornato a vivere in Tunisia nel 1981; risiede a Sidi Bou Said. E’ il cantore del mare e dell’antica tradizione marinara mediterraneo-tunisina. Considerato uno dei poeti più intensi della sua generazione, (A. Mesbah) ( J. Déjeux), Ghachem è l’autore di una ricca produzione poetica da Cent mille oiseaux (Parigi 1975), Car vivre est un Pays (ed Caractéres, Parigi 1978) ai più recenti Cap Africa (l’Harmattan, Parigi 1978), Orphie (M.E.E.T.-Maison des Ecrivans Ètrangers et des Traducteurs de Saint-Nazaire, Francia 1996), Nouba (Or du Temps, Tunisi 1997). Ha scritto inoltre L’Epervier- nouvelles da Mahdia (Parigi 1994), menzione Dècouverte, premio Albert Camus. Autore di articoli, saggi, poesie in antologie, nel 1991 ha vinto il Premio Internazionale Mirabilia per la poesia francofona.
DOUNIA
Gruppo nato nel 1996 dall´unione di quattro musicisti provenienti da varie esperienze artistiche. Il loro intento risalta già dalle prime apparizioni in pubblico: la voglia di esplorare ulteriormente il panorama della world music. Incentrando il loro progetto musicale sulla base di un set acustico, i Dounia fondono la singolare vocalità mediorientale di Faisal Taher ad un´inedita miscela di melodie, armonie, ritmi e suoni provenienti da ogni parte del mondo, affidando così ad ogni singolo strumento la prerogativa di esprimere, attraverso il proprio timbro, il fascino e le suggestioni del mondo dal quale proviene e al quale si rifà, per tradizione ed evoluzione.
Il risultato supera ogni forma di contaminazione per creare il loro piccolo mondo dove, in un intreccio sonoro decisamente scarno, ogni nota, ogni suono, anche il più piccolo, acquista un valore fondamentale. Ne nasce così motivo di suggestione, fascino e suggerimento per l´ascoltatore, cui è lasciato uno spazio d´ascolto aperto e interattivo: lo spazio dell´immaginazione.
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