Bologna, anni Settanta. Sono i giorni del Movimento, della festa del Re Nudo, di Lotta continua. Divisa tra l´amicizia che la lega ai compagni e l´incredulità che la allontana dai discorsi più dogmatici, Laura conosce Arturo, giovane come lei e come lei convinto che è tempo di darsi nuove mete. Vogliono cambiare il mondo, insieme, vogliono fuggire: direzione West Coast. Lì, fra le maglie del sogno americano, viene concepita Matilde. Bologna, eterno ritorno. La realtà del lavoro, il bisogno di una casa spingono a nuove fantasie, all´amore libero. Finché entra in scena uno spettro: l´eroina. E la storia finisce per ricominciare ancora. In un continuo succedersi di nuove case e nuovi uomini, la piccola Matilde osserva e analizza questo mondo di grandi, di regole infrante e di neofamiglie allargate, cercando ogni volta, a suo modo, di raggiungere un personale precario equilibrio.
Scandito da immagini d’epoca proiettate su un grande schermo e dalle sonorità immersive ed ipnotiche prodotte da Stefano Pilia e Massimo Carozzi, il romanzo di Emidio Clementi si trasforma così in uno spettacolo a metà strada tra radiodramma e messa in scena.
"Chissà che tipo di donna è diventata Matilde, bambina adulta tra adulti bambini. Che cosa farà oggi, trent’anni dopo i sogni di libertà e anarchia del mondo movimentato e movimentista che l’ha vista nascere? Magari, avrà avuto figli. E che mamma sarà, allora, lei cresciuta da tre padri entrati e usciti dalla sua vita come gente di passaggio? Matilde e i suoi tre padri, ultimo romanzo di Emidio Clementi, non ce lo racconta esplicitamente. Ce lo fa, però, intuire già dalle prime pagine, quando l’autore racconta che «Matilde aveva scelto per sé un ruolo insolito, un ruolo che in famiglia tutti avevano sempre snobbato: quello di diventare una persona normale».
Il quarto romanzo dello scrittore e musicista marchigiano, ma bolognese d’adozione, si apre ai giorni nostri: la laurea di Matilde, sotto gli occhi di alcuni pezzi del puzzle variopinto della sua famiglia. C’è Laura, la madre bellissima, poi Norma, una nonna paterna stravagante e snob, l’ombra di Arturo, il padre, il primo, quello vero, inafferrabile, inconsistente. Poi, il romanzo scivola indietro alla metà degli anni ’70, alla Bologna di quegli anni, raccontata nei dettagli toponomastici ma soprattutto descritta nell’ambiente dentro e attorno al Movimento: giornate dove lo scandire delle ore passa inosservato, case percorse da un andare e venire di giovani con l’alibi dello studente, politica sullo sfondo, piuttosto tanta musica (superfluo ricordare che Clementi è anche musicista, leader dei Massimo Volume), poi la droga che attraversa la vita di qualcuno. Laura e Arturo s’incontrano lì, ventenni. Il romanzo, però, non è una storia giovanile. È una saga familiare, quella degli Odorici, la famiglia di Laura, composta da gente di grandi passioni, poche regole e convenzioni, persone che faticano a tenere insieme se stesse, figuriamoci allora gli affetti, gli amori.
Laura e Arturo concepiscono Matilde a San Francisco, in un andare e venire, anche qui, tra la piccola Bologna che in quegli anni sognava in grande e la California dove tutto sembrava possibile. Seguono gli altri amori di Laura, e gli altri padri di Matilde: Davide, uno studente riminese che si perde a guardare il mare e Sergio che il mare lo solca da skipper.
Emidio Clementi è uno scrittore che le storie le sa raccontare. Anche perché ci mette dentro del suo. Come nel precedente libro, L’ultimo Dio, dove il suo arrivo sotto le Due torri dalla provincia marchigiana è segnato dall’incontro con Emanuel Carnevali, che da Bologna, ai primi del Novecento, scappò in California (ancora l’America) in cerca di libertà. Clementi nel ’77 aveva dieci anni; niente Movimento per lui. Rimane il rimpianto e il fascino, come per tanti della sua generazione, di un’epoca che aveva fatto di Bologna una terra promessa, una California nostrana. Matilde, che di quella terra è figlia, ne paga il prezzo, ci fa i conti. Anzi, le somme le tira il lettore perché, un po’ a dispetto del titolo, la vera protagonista del romanzo è Laura coi suoi amori “sbagliati” (se mai ci sono amori che non vale la pena vivere). Noi che leggiamo, come lo fu Matilde, siamo sballottati tra gli umori e gli ardori di chi aveva vent’anni negli anni ’70. Matilde, bambina dallo «sguardo adulto», «quasi inquietante», si adatta, costretta a mettere su senno prima del tempo, cercando una rotta che gli adulti bambini attorno a lei non le sanno dare."
Francesca Parisini, la Repubblica Bologna
Emidio Clementi detto Mimì (San Benedetto del Tronto, 1967) è un cantante, musicista e scrittore italiano.
Si trasferisce a Bologna dove, sul finire degli anni 1980, fonda i Massimo Volume, originale gruppo rock nel quale scrive i testi delle canzoni, suona il basso elettrico e canta. Oltre a Clementi fanno parte del gruppo Umberto Palazzo alla chitarra e voce (sostituito in seguito da Egle Sommacal), Vittoria Burattini alla batteria e Gabriele Ceci alla chitarra (sostituito in seguito, per un breve periodo, da Metello Orsini). Con i Massimo Volume incide quattro album: Stanze (Underground Records, 1993), Lungo i bordi (WEA, 1995), Da qui (Mescal, 1997) e Club Privé, (1999) e una colonna sonora: quella del film Almost Blue di Alex Infascelli.
Nel gennaio del 2002 i Massimo Volume si sciolgono e successivamente Clementi, insieme a Massimo Carozzi e Dario Parisini partecipa al progetto musicale El ~ Muniria. Nel 2004 pubblicano il loro primo, e finora unico, album dal titolo Stanza 218 (Homesleep).
A partire dal 1997 Clementi parallelamente all´attività di musicista affianca quella di scrittore, pubblicando vari romanzi.
Inoltre i suoi lavori editoriali si sono spesso evoluti in veri e propri reading portati in giro per tutta l´Italia.
Nel 2007 duetta con Tibe nel reading de "Il punto sulla vita" all´interno del disco "Hotel".
Nel 2008 riunisce i Massimo Volume per una tourneè, in attesa di un nuovo disco di cui è stata ventilata l´ipotesi.
Opere
Emidio Clementi. Gara di resistenza. Roma, Gamberetti, 1997.
Emidio Clementi. Il tempo di prima. Roma, DeriveApprodi, 2000.
Emidio Clementi. La notte del Pratello. Roma, Fazi, 2001.
Emidio Clementi. L´ultimo dio. Roma, Fazi, 2004.
Emidio Clementi. La principessa del parco, in (Chiara Bellitti, Pierfrancesco Pacoda) Dodici passi. Roma, Cairo editore, 2006. pp. 81-92.
Emidio Clementi. In Tarca, in (Stefania Scateni) Periferie. Viaggio ai margini delle città. Bari, Laterza, 2006.
Emidio Clementi. Matilde e i suoi tre padri. Rizzoli, 2009.
Massimo Carozzi dal 1994 si occupa della relazione fra suono e immagine, suono e scena, suono e letteratura, suono e spazio.
Ha realizzato il disegno sonoro di spettacoli teatrali, documentari, cortometraggi, installazioni.
Nel settembre 2000 con Anna Rispoli e Anna de Manincor fonda il gruppo multimediale ZimmerFrei con il quale realizza spettacoli teatrali, installazioni, performance e video.
E´ uno dei componenti della band El Muniria e segue stabilmente Emidio Clementi nei suoi readings.
"Stefano Pilia è uno dei musicisti che sta venendo a galla all’interno della sempre più stimolante scena italiana; anch’esso reduce da formazioni punk, stralci del passato militati in formazioni emo (i Settlefish per esempio), o la vicinanza ´ideologica´ con certe realtà promozionali hardcore come la “Heroine”, inaugura un presente diverso non per intenti, (invariato è lo spirito auto produttivo e la carica passionale nell’affrontare i lavori), ma per la matrice dei suoni inglobati nella propria musica. ‘Healing Memories In Present Tension’: un primo gradino in salita cha testimonia l’appeal subito per la sperimentazione sui generis.
La visione è ampia e si potrebbe disegnare una mappa marcata da un approccio iniziale con i numi tutelari della drones music (La Monte Young, Terry Riley, Charlemagne Palestine e Tony Conrad cui sento il legame più saldo) il cui centro reca aperture a 360° su architetture ambientali leggere e cristalline, ed infine un arrivo, dove ad attenderci troviamo i neri scuri, pensierose malinconie calibrate da una chitarra posata nelle mani (la strumento base di Pilia) di Loren Mazzacane Connors (lo spettro del blues) e Roy Montogomery (lo spazio infinito del suono).
Il complesso paesaggistico nell’istante in cui scrivo rievoca (potrebbe essere d’aiuto tutta l’ascesa cui è vestita la prima traccia) le atmosfere assaporate di recente dai Minamo in ‘Beautiful’. Penso in primis ai giapponesi, anche se le radici possono apparire dissimili, per la carica rilassante cui imprimono al suono, ma anche per l’ampio utilizzo della strumentazione acustica. Pilia crea e ricava il tutto basandosi unicamente sulla chitarra e sulle proprie superfici risonanti. Comunque avendo trapelato un background rock non menzionare i citazionismi folk di band come i Dirty Three è un’azione effimera nei confronti dello stesso che ci tiene a sottolinearlo, definendo in particolare la successiva Healing Memories, come una menage tra ambient, folk e rock. Sicuramente quest’unica uscita per i tipi della Last Visibile Dog riesce in parte nel mostrare la personalità, nonché i vari campi in cui si muove il nostro. Soffermarci su Bologna, la città in cui vive, allarga ulteriormente gli orizzonti per la costante collaborazione con Valerio Tricoli e Claudio Rocchetti (i tre insieme a Renano Rinaldi ed altri musicisti del collettivo Ixem sono i titolari dell’estemporanea performance tenutasi all’interno di Superfici Sonore, dove la fonte auditiva di partenza veniva estrapolata da alcuni microfoni a contatto posizionati su di una rete metallica).
Un disco dove il perno, acustico o digitale che sia, rimane l’armonia...facile catalizzatore per spingere i pensieri in ricordi passati. E se l’autentico piglio ‘artigianale’ la fa da padrone riuscendo a riscuotere risultati soddisfacenti, ma soprattutto immensi paesaggi in cui far navigare ad ognuno di noi ricordi racchiusi nella memoria, non possiamo scordarci di uno che traendo linfa dalla propria sei corde è riuscito a creare spazi infiniti. Penso a Rafael Toral, alla maturazione raggiunta con ‘Aeriola Frequancy’ ed al più recente ‘Violence Of Discovery and Calm Of Acceptance’.
A bando paragoni… scuole….similitudini..…(s)chiudo le porte con il consiglio di avviare il contatto con l’inverno entrante."
Kathodik
http://www.myspace.com/volumemassimo
http://massimo.carozzi.googlepages.com
http://www.myspace.com/stefanopilia
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