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ETEREA post bong band + MangiaMargot

  • sabato 27 Aprile 2013

Nel 2001 gli Eterea Post Bong Band (Luigi Funcis, Pol de Lay, Lelesd, Rigon) creano il collettivo industriAlien ed autoproducono alcuni EP. La Wallace Records pubblica "La chiave del 20", scritto e realizzato assieme agli Uochi Toki e premiato al PIMI tra i migliori album del 2007. Per promuoverlo, inventano una performance chiamata "Operazione Salsa Bianca": concerti abusivi di 45 secondi davanti ai chioschi dei panini. Luigi Funcis e Pol de Lay partecipano al mockumentary "The Transervolo Connection" (montato dallo stesso Funcis), durante il Circuito Off, festival internazionale dei cortometraggi di Venezia. Lelesd diventa endorser per Manne guitars. Nel frattempo, in Francia, fanno da spalla ai Secret Chiefs 3, ex Mr. Bungle, mentre durante una puntata di "R.I.S. - Delitti imperfetti" su Canale 5, appaiono i manifesti di un loro finto tour.

Un anno dopo esce per Trovarobato l´EP in vinile "Cavalcata", coprodotto da Ricky L. che diventa una hit del Red Zone club, dove Ricky L è resident. Dopo qualche mese viene pubblicato per Trovarobato "epykS 1.0" uno strano album incentrato sull´uso di internet e cellulari, in cui altri musicisti partecipano via VoIP. Come lancio a tema, gli Eterea eseguono interamente "Epyks 1.0" in streaming da un garage. Collaborano dal vivo con Musica Per Bambini allo spettacolo "La bella addata", suonano da spalla a Devendra Banhart, aprono il Gay Pride di Napoli e partecipano al Monkey Week Festival in Spagna. Nel 2010 viene pubblicata dalla Trovarobato una musicassetta chiamata SongSwap, in cui compare un pezzo chiamato "Come cucinare il gatto" in cui per la prima volta gli Eterea cantano tutti e quattro. Il canale televisivo americano Lifetime trasmette nel 2011 "Amanda Knox: Murder on Trial in Italy", contestato film tv sull´omicidio di Meredith Kercher, dove in una scena è visibile la copertina di Epyks 1.0. Inoltre MTV manda in onda uno speciale di 20 minuti su Luigi Funcis. Nel 2012 Il brano "Red Bulldozer / i-Dozer", tratto da Epyks 1.0, viene incluso nella compilation "Musica, Troppa Musica" de Il Mucchio Selvaggio. Poi il silenzio. Fino all´annuncio di BIOS.

In BIOS (Trovarobato, 2013) gli Eterea si sono tuffati nel mondo della matematica, intesa come possibile metodologia per risolvere il grande puzzle dell´universo: se la natura segue degli schemi, allora qual è il programma che muove l´uomo? Siamo davvero così diversi dalle macchine che costruiamo? E chi ha scritto il linguaggio di programmazione?
Prodotto alla Hot Farm, fattoria ipertecnologica ai piedi del monte Grappa, questo è un album in cui melodie robotiche e chiassose si incastrano su strutture ritmiche dalla natura duplice: beat digitali e percussioni acustiche sono ormai fusi in un colorato monolite attorno a cui danzano chitarre taglienti e grosse linee di basso. L´elettronica, passata attraverso caldi macchinari vintage, si è ingigantita. Gli amplificatori analogici sono stati catturati con vari microfoni per sperimentare diverse combinazioni ambientali.

Recensione BIOS

Se gli Ultimate Spinach, nel 1967, piazzavano sulla copertina del disco d´esordio l´ortaggio citato nel loro moniker – elemento psichedelico nella concezione, prima che nella connotazione grafica -, la Eterea Post Bong Band elegge invece il cavolo romano a immagine di questo Bios. Nessuna velleità lisergica da associare alla geometrica crucifera, trattasi invece di simbolismo per questioni matematiche riguardanti la serie di Fibonacci e la sezione aurea, quest´ultima richiamata dallo sviluppo spiraliforme del suddetto cavolo (ma anche di un milione di altre cose in ambiti completamente diversi, dalla biologia all´architettura, dall´astronomia alla fisica). Estensione di un concept che coinvolge tutto il lavoro, a partire dai titoli dei brani (dedicati a Fibonacci, ma anche al campione di scacchi Kasparov e al matematico Ramanujan) fino ad arrivare alla musica stessa degli EPBB.

Se nella paradigmatica Fibo «ciò che sembrava complesso e cervellotico prima di iniziare, si è subito trasformato in un sentire naturale […]» e « tutta la struttura si basa su cellule ritmiche di 1-2-3-5-8 (parte della sequenza di Fibonacci, ndr) a diverse velocità», nel resto del disco si indaga il limite tra dimensione micro e macro, tra bios e regole matematiche. La musica interpreta il copione attraverso un meccanicismo razionale, impeccabile e aperto ad ogni possibile stimolo sonoro: il Captain Beefheart post atomico di Homo Siemens tra slide guitar a singhiozzo, sincopati deliranti e fiati in odore di no wave, i Pink Floyd frantumati di Scipstep, i deragliamenti ritmici di Mentina, le aperture spacey-psych-dub dell´iniziale The Rise of Ramanujan su un campionamento tratto dal cortometraggio danese di Jørgen Leth The Perfect Human.

L´immaginario richiamato si armonizza perfettamente con l´approccio alla musica cerebrale e deframmentato della band veneta (vengono in mente, per sbuzzo scientifico similare, proprio quegli Uochi Toki con cui i nostri divisero, nel 2007, la paternità de La chiave del 20), un suono in cui l´aspetto ritmico definisce tempi e modi prendendo un po´ sopravvento su tutto il resto. Si parla comunque di un disco assai divertente, con lo spessore concettuale di un teorema algebrico e il surrealismo vaporoso di un film dei fratelli Cohen.

SentireAscoltare

MangiaMargot
I Mangia Margot nascono a Malo (VI) nel novembre 2003 come trio prog-sperimentale: chitarra basso e batteria. I Mangia Margot erano soliti adoperare forti influenze Zappiane e Zorniane nello stile e nella ricerca sonora. I Mangia Margot, con la prima formazione, hanno fatto uscire due demo, ottenendo buone recensioni (vedi BLOWUP n°109, ma c´è tanto altro). I Mangia Margot sono finiti alle finali della sessione Veneto del concorso Italia Wave 2007. I Mangia Margot, per questioni private, perdono per strada il chitarrista nell’autunno dello stesso anno (Umberto Colbacchini esce dal gruppo). I due superstiti, rispettivamente Luca P. Hilton Brunello alla batteria e Andrea B. Spears Colbacchini al basso, dopo l’attraversamento di una fase di dubbi incertezze perplessità e assestamento, decidono di continuare comunque l’esperienza, modificando la loro musica nel tentativo di realizzare una sintesi emozionale delle loro problematiche personalità.
Facendosi ispirare dalle ansie e dalle euforie del vivere nel nord-est d’Italia, viene messo in piedi un repertorio di musica compatta, rapida e ruvida. Ritmi sincopati, volumi quanto più assordanti possibile, distorsioni assai grezze e una batteria da “recupero” determinano gli elementi fondamentali dell´impasto sonoro.
La non riconducibilità a generi preconfezionati e l´attenzione sempre volta al togliere anziché all´aggiungere, genera un sound scarno e diretto che ammicca all´ascoltatore, lo prende per mano e lo guida per una strada buia, lungo la quale viene lasciato irreparabilmente solo. Un po´ come Frodo quando Gandalf cade nel fosso alla fine del primo episodio.
Assorbire i suggerimenti che offre l´ambiente in cui si vive e restituirli al pubblico amplificati, un filino distorti, ma senza ipocrisie, questo l´obiettivo del gruppo. A coronamento del tutto intervengono gli strumenti GOSCH, realizzati a mano e su misura per il duo da Roberto Zanini, che permettono di offrire una session live di 40´ di musica ininterrotta, pronta a rigurgitare addosso al pubblico il modo d’essere, i pensieri e gli umori dei due musicisti. Nel gennaio 2009, i Mangia Margot entrano in studio: registrato da Michele Angriman (SOUND THERAPY STUDIO) presso il Centro Stabile di Cultura di Schio, nasce “maddalena, maria”. L’album si diversifica quanto più possibile dall’impostazione live. Lasciati da parte gli strumenti GOSCH (questo solo in sede di registrazione), si decide di lavorare per ottenere un prodotto che sia quanto più violento possibile, quasi un biglietto da visita, un assaggio di quello che ci si può trovare davanti nel momento dello show (assolutamente freak). L´artwork di “maddalena, maria” viene affidato al prestigio e alla grande disponibilità di Danijel Zezelj che realizza una perfetta sintesi figurata di tutti gli argomenti trattati nel disco. Tra i nomi propri che costituiscono i titoli dell´album e delle canzoni si cela infatti una storia, una vicenda di questi tempi, il cui messaggio è chiaro ma confermato dai due solo su richiesta verbale. Sempre nel gennaio dello stesso anno i Mangia Margot, su invito di Walter Ronzani, decidono di condurre a termine una serie di esperimenti biogenetici di natura non legale.
La documentazione video viene in parte intercettata da J. Cameron che utilizzerà la stessa sofisticata apparecchiatura per il suo ultimo lavoretto. I Mangia Margot hanno già condiviso il palco con: MORKOBOT - ETEREA - CARLOMARGOT – DYSE – TALIBAM - ?ALOS - OvO - ZU ...
http://www.facebook.com/etereapostbongband
http://www.myspace.com/mangiamargot

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