[CSC JAZZ E INTERFERENZE]
Eugene Chadbourne (Usa) - voce, banjo, chitarra
Il più eccentrico ed eterodosso dei solisti creativi, erede della musica totale di Zappa, stretto collaboratore di John Zorn, Derek Bailey ed Anthony Braxton.
Le sue canzoni nascono contaminate dalle derive psichedeliche di Frank Zappa con l'improvvisazione, dal blues suonato e cantato con un senso dell'umorismo che conferisce un tono di irriverenza punk e di freschezza inimitabili: ha ridisegnato l´universo musicale dei solisti d´avanguardia.
BIO
Verso la fine degli anni Settanta è protagonista con John Zorn e Tom Cora di un’inedita miscela esplosiva di country and western e improvvisazione radicale.
Un giorno fonda un suo gruppo, e lo chiama Shockabilly: un mostro indefinibile, una macchina da combattimento che trasforma canzoni in deliranti incubi sonori, una sorta di risposta – sguaiata e delirante – della East Coast agli sperimentatori californiani Residents.
Instancabile viaggiatore, ha suonato praticamente ovunque in Europa, Nordamerica ed Australia. La chitarra tremendamente rumorosa, la sua pungente vena critica politica e l’estrema facilità di scrivere canzoni lo hanno reso inaspettatamente una figura di culto nell’ambito del rock.
“Penso che quello che faccio oggi con la mia musica sia un po’ quello che avrebbe potuto fare Frank Zappa se avesse mantenuto la concentrazione politica che aveva negli anni ‘60 e non avesse iniziato a fare tutte quelle canzonette sulle ragazzine cattoliche eccetera…”.
Come per il compagno di strada John Zorn, le sue trasgressioni di genere espressivo sono in realtà la combinazione di quanto di meglio si trovi tra rock e jazz senza alcun compromesso fusion.
I testi delle sue canzoni (definite dalla critica “newspaper songs”) sono un commento corrosivo ai fatti della politica e del costume contemporaneo, intrisi di buffoneria e volgarità ma ricchi di informazioni precise. Eugene li sussurra, li urla e/o canta -spesso imitando i toni e i tic dei grandi nomi del rock – sopra a un tessuto multistratificato:
“Una volta un tizio mi ha detto: sai, saresti un chitarrista in gamba come Al Di Meola se solo smettessi di bestemmiare. Beh, io gli ho risposto che Al Di Meola sale sul palco, suona e basta, e non fa neanche un sorriso. Il mio, vedi, è un lavoro diverso…”.
Le musiche di Eugene sono mescolanze difficilmente descrivibili perché non rientrano nei canoni comuni: egli padroneggia egregiamente stili diversi come il fingerpicking, il flatpicking e il bottleneck, imita oltre la perfezione i licks dei chitarristi rock e ne stravolge orrendamente i riff, sa creare cocktail inauditi con ingredienti country e punk, metal e jazz (alternandoli ad elevata velocità, e spesso usandoli contemporaneamente).
Eugene si è mosso in lungo e in largo nel panorama musicale di questi ultimi trent’anni: ha collaborato (facciamo solo qualche nome) con il rocker texano Evan Johns, con l’orchestra di Carla Bley, col gruppo bluegrass Red Clay Ramblers, con il jazzista sperimentatore nostrano Andrea Centazzo e con i sempre nostrani incendiari Zu, con gli indefinibili Half Japanese, con Ed Sanders ex-Fugs e Jimmy Carl Black -vecchio batterista di Frank Zappa -, col violinista pazzo australiano Jon Rose e col chitarrista altrettanto pazzo Henry Kaiser, con il gruppo pop They Might Be Giants e con i Violent Femmes, e registrato un numero incalcolabile di dischi, cassette e cd.
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INFO SERATA
• Apertura ore 21.00
• Inizio concerti ore 21.30
• Contributo all’ingresso: 10 Euro, Riduzione 5 Euro per gli studenti con documento > vedi qui
• Evento riservato ai soci CSC > come diventare socio
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