Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo è una band nata a Torino nel 1999 e formata da Fabio Perugia, Max Viale e Gianluca Della Torca. Il suono è caratterizzato da una fusione di post rock ed elettronica, personalizzato da un´originale ricerca melodica. Il risultato è una musica fatta di atmosfere distese e surreali che fa del gruppo uno tra i più apprezzati e conosciuti della scena indipendente italiana.
Nel 2000 esce il primo album, (s/t) pubblicato da beware! records, accolto come una tra le più gradite sorprese italiane dell´anno, così come il seguente, "#2", pubblicato sempre da beware l´anno successivo, caratterizzato da atmosfere più malinconiche. Nel 2002 il gruppo approda all´etichetta fiorentina Santeria che pubblica "it is", un cd di 5 brani di cui tre cover di celebri strumentali. Lo stesso anno realizza la colonna sonora per il film "Il segreto del successo", ad oggi inedita, e lo spettacolo teatrale "Tutto è fuori posto" basato sulle proprie musiche. Il 2004 è l´anno de L´irreparable, un album con risvolti più elettronici rispetto ai precedenti, caratterizzato da un originale metodo compositivo. In occasione dell´inaugurazione del Traffic Festival di Torino, sonorizza dal vivo il film muto "Dans la Nuit" di C. Vanel (1930), restaurato e proiettato in anteprima assoluta presso il Museo Nazionale del Cinema. Nel 2006 il gruppo decide di aumentare il proprio organico con i due musicisti milanesi Christian Alati e Lucio Sagone, e approda ad una nuova etichetta discografica, la torinese Casasonica. In questo contesto realizza l´album Cuore con la cantante Robertina, una raccolta di canzoni degli anni ´60 completamente rivisitate in chiave contemporanea.
I concerti di Gatto Ciliegia sono quasi sempre accompagnati da video proiezioni. Tra i principali spiccano le partecipazioni alle ultime edizioni del festival itinerante Tora! Tora! e la partecipazione allo spettacolo Volumi all´idrogeno organizzato dai Subsonica con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura del comune di Torino, il 23 aprile 2006, davanti a undicimila persone.
Negli anni Gatto Ciliegia ha partecipato a numerose compilation con brani inediti, tra cui un paio di Fabrizio De André. Tra le attività parallele c´è anche la fondazione di una piccola etichetta indipendente, Mexicat Records, con la quale pubblicano nel 2002 un disco dei milanesi Cods, e nel 2006 (solo on line) "Solitario Bit", progetto solista del chitarrista Fabio Perugia.
RECENSIONE
Hanno impiegato quattro anni a riprendersi dalle suggestioni d’amore de “L’irréparable”, i torinesi Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo. Ed ora è giunto il momento di un altro colore: non il rosso, ma il nero. Non l’amore, ma l’omicidio. Undici movimenti di un unico noir, dove i protagonisti spariscono in modo violento, l’uno dopo l’altro, vittime di un pericolo silenzioso che li colpisce all’improvviso. Suoni rimasti inerti, a covare all’improvviso tra bolle di Moog e brividi digitali, tra gentili ossessioni di chitarre e densità di bassi, strisciano fuori e colpiscono, dilaniando le canzoni e i suoi silenziosi personaggi.
I dischi del Gatto sono fatti di immagini sotto forma di suono, di melodie ossessive attorno cui gli strumenti dipingono con grazia sinistra. Ma questa volta, tutto si fa più concreto: “Disconoir” non è solo un disco, ma un’opera d’arte a cui contribuiscono i testi dello scrittore Dario Voltolini, i quadri di Mario Trucano, e gli undici micro-noir (visibili sul sito della band) che fanno da perfetto corrispettivo visivo alle canzoni.
Il recensore pigro scriverebbe allora che “Disconoir” sarebbe (è) una perfetta colonna sonora, ma avrebbe torto: l’equilibrio dei suoni è talmente perfetto da non aver bisogno di essere accompagnati da immagini. Il fatto che quell’ipotetico film esista, però, non fa che rendere il tutto ancora più bello, e completo.
Per una volta, allora, le immagini prendono corpo, a descrivere misteriosi omicidi: per ogni canzone, i collaboratori della band vengono uccisi, l’uno dopo l’altro, da una mano oscura che agisce secondo una sadica legge del contrappasso: Trucano viene affogato in una vasca identica a quelle che ospitano le sue performance pittoriche, Voltolini è soffocato, la voce eterea di Moltheni (ospite in “Stella che non dimentica”) è stroncata da una corda di nylon, Corrado Nuccini dei Giardini Di Mirò viene sacrificato a colpi di pistola (simulacro del post-rock come genere che ha ucciso se stesso).
Undici canzoni, undici scene differenti. Un cuore sorprendentemente elettrico (“Stella che non ricorda niente”, la cosa più bella che i Velvet abbiano mai fatto) e un finale malinconico, come se l’omicida dovesse fare i conti con se stesso dopo essere rimasto solo.
http://www.myspace.com/gattociliegia
http://www.gattociliegia.it
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