Vite Bandite
Ultima, in ordine di tempo, delle conferenze spettacolo dedicate alla rivisitazione in parole e musica del nostro passato, la cantata sul banditismo sociale si propone di ripercorrere attraverso il tempo e lo spazio la parabola davvero complessa e stracolma appunto di esempi d’ogni epoca e d’ogni parte del mondo del sovversivismo rurale e delle sue più diverse incarnazioni.
Per mettere a fuoco tante “storie di contadini alla macchia, di banditi e di briganti”, questa nuova lezione proposta in anteprima al Teatro Comunale di Monfalcone il 1° dicembre 2012 in vista del Festival Èstoria goriziano di fine maggio 2013, si serve d’una base documentaria pressoché sterminata nel tentativo di distinguere e di seguire un fenomeno che spesso si tende a collegare alle sue sole manifestazioni più note da noi ossia quelle del brigantaggio sanfedista e antiunitario dell’Italia meridionale.
Ad esso qualche spazio viene ovviamente fatto anche in un racconto che prende le mosse dal prototipo dei banditi “vendicatori”, il mitico Robin Hood, e dai suoi emuli fra Sei e Settecento per arrivare sino all’inizio del secolo XIX sull’aria di romanze ancor oggi abbastanza conosciute come il Fra’ Diavolo del francese Daniel François Esprit Auber.
Tuttavia l’intento principale della narrazione è quello di mettere in rilievo l’entità e la diffusione del banditismo un po’ in tutto il mondo preindustriale e anche, per l’Italia, nelle stesse campagne del Centro Nord (dalla Liguria al Piemonte, dalla Toscana alle Marche e alle Romagne ecc.). Ciò che avvenne man mano a contatto, sul finire dell’Ottocento, con la “predicazione” anarchica di poeti popolari quali il monselicense Carlo Monticelli e il “cavaliere dell’ideale” Pietro Gori, celebre cantore di esuli e sfruttati (ed esule lui stesso a Buenos Aires per alcuni anni), ma poi, seguendo le orme degli emigranti contadini e l’evoluzione della medesima ideologia, persino nelle campagne del nuovo mondo: ad esempio nelle pampas argentine dove ci si imbatte infatti in bandoleiros di origine piemontese o calabrese come Giovanni Battista Vairoletto e Antonio Rossi, il luogotenente del capobanda chaqueño Mate Cosido (alias Manuel Bertolatti).
Qui, al pari che negli USA della Guerra di Secessione e dei decenni successivi, teatro dell’azione violenta e da subito mitizzata dell’ex combattente sudista Jesse James (1865-1882), o come succederà poi nel Brasile dei cangaçeiros nordestini della prima metà del ‘900 - di cui canta le “gesta” l’inno Mulher rendeira del terribile Virgulino Ferreira da Silva detto Lampião - si sviluppano dinamiche nuove e alle volte imprevedibili.
Anch’esse vengono messe a confronto con i casi più intriganti di contaminazione fra impegno politico e precedenti pratiche criminali emersi talvolta nel corso della guerra civile italiana tra le file stesse della nostra Resistenza dove peraltro a tutti i partigiani, indiscriminatamente, i “briganti neri” nazifascisti vollero applicare, com’è noto, l’etichetta infamante di “banditi”.
Hotel Rif
"Se digitate Hotel Rif in un qualunque motore di ricerca, di sicuro troverete dei collegamenti a qualche albergo marocchino - sembra che quello di Tangeri fosse l´albergo preferito da W.Churchill quand´era in Marocco - o magari a qualche cronaca di Paul Bowles da quei luoghi, riportata in internet da qualche suo emulo. La decisione di chiamare la banda Hotel Rif venne proprio a Paolo e Mirco in viaggio attraverso i monti del Rif marocchino, durante un soggiorno a Chefchaouen in uno dei vari Hotel Rif in cui alloggiarono nella primavera del 1999." CB
Il primo embrione del progetto Hotel Rif è nato alla fine degli anni 90 dall´incontro fra Mirco Maistro, fisarmonicista, e Paolo Bressan, oboista e flautista che, accomunati dalla passione per la musica folk e popolare, iniziano una propria ricerca artistica complice anche dei viaggi in Spagna e Marocco. Hotel Rif sta quindi ad indicare un viaggiare musicale attraverso le musiche dei vari popoli dove piùu´ radicata è la tradizione musicale popolare, siano essi mediterranei o atlantici, con un orecchio attento alla storia ed alla tradizione. Al duo si unisce quasi subito il contrabbassista Lorenzino Pignattari e, in seguito, il batterista e percussionista Nelide Bandello.
Della compagine fanno parte negli anni musicisti diversi, una sorta di laboratorio musicale che riesce a portare la propria musica in tutta Italia e all´estero. (Spagna, Francia, Marocco, Croazia, Germania, Slovenia, Cina).
Negli anni collaborano con Emilio Franzina, Alessandro Simonetto, Massimo Tuzza, La Piccionaia, Istituto di cultura Cimbra e Pierangelo Tamiozzo, Max Solinas...
Importante per gli Hotel Rif è stata la collaborazione degli ultimi anni con Patrizia Laquidara che, oltre a una lunghissima serie di concerti, ha portato alla pubblicazione dell´album "Il canto dell´anguana" , premiato con la Targa Tenco quale miglior disco dialettale del 2011.
Hotel Rif ha partecipato, tra gli altri, a importanti eventi musicali quali Premio Recanati, Festival de Pardinas e Feira de San Froilan (spagna), Dante Alighieri di Casablanca (marocco), Villa Celimontana, Veneto Jazz....
Una nostra "fan" - se così la possiamo definire - ci ha scritto un´email dopo un nostro concerto dicendo che la nostra è e´ una musica che unisce i popoli senza omologarli!; non poteva farci complimento migliore...
Emilio Franzina
Professore ordinario di Storia Contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell´Università degli Studi di Verona. Ha collaborato intensamente con varie riviste (da Belfagor a Quaderni Storici) e siede nel comitato scientifico di alcune altre (Altreitalie, per stare in tema, Studi Emigrazione, ecc.), mentre da quattro anni, dopo averlo fondato, dirige assieme a Matteo Sanfilippo l´Archivio storico dell´emigrazione italiana. I suoi principali interessi spaziano dalle ideologie economiche allo sviluppo capitalistico e industriale, dalla diaristica alla scrittura popolare, dal movimento cattolico a quello socialista fra otto e novecento anche se il suo campo d´indagine preferito sono da sempre i movimenti migratori di massa con particolare riguardo alla storia del Brasile , dell´Argentina e dell´America Latina da un lato e dell´area regionale veneta e dell´Italia continentale e padana da un altro. Tra i suoi numerosi libri si segnalano La grande emigrazione. L´esodo dei rurali dal Veneto (Marsilio 1976 tradotta in portoghese come A grande emigração, Campinas Unicamp Editora 2006), Merica! Merica! Emigrazione e colonizzazione nelle lettere dei contadini veneti e friulani in America latina,1876-1902 (Feltrinelli 1979, nuova ed. Cierre Editori 1994 e 2001), Venezia (Laterza 1986), Gli italiani al nuovo mondo. L´emigrazione italiana in America , 1492-1942 (Mondadori 1995), Storia dell´emigrazione italiana (condir.), 2 voll. (Donzelli 2001-2002), ecc.
Vite Bandite
L’originalità delle conferenze spettacolo di Emilio Franzina, da cui sono tratti tutti i brani proposti in questa antologia di musiche eseguite dagli Hotel Rif, non risiede nella formula teatrale in sé del racconto “gradevole” dei fatti presi in esame, formula alla quale ci ha ormai abituati una robusta tradizione divulgativa della comunicazione di massa. Il narratore infatti, una volta tanto, è qui, contemporaneamente, “cantastorie” e però anche studioso accreditato degli avvenimenti che rievoca in scena usando, per illustrarli, canzoni e canzonette, inni e canti, contrafacta e brani operistici i quali ne rappresentarono, al tempo o nel tempo, l’effettiva “colonna sonora”.
Intesi dunque come documenti non dissimili dagli altri dei quali si servono di norma gli specialisti nelle loro indagini destinate ad essere proposte in forma di libri, di saggi o di articoli, i componimenti in questione consentono, debitamente introdotti, analizzati e trattati, di avvicinare le vicende anche più complesse e intriganti del nostro passato sfruttando le ricerche, trascorse o tuttora in corso, del conduttore. Nell’applicarsi a tale attività che altrove viene anche chiamata di “Public History”, Franzina, con l’aiuto in particolare di strumentisti di vaglia come il fisarmonicista Mirco Maistro e l’oboista Paolo Bressan, dà quindi voce (o risonanza canora) e consistenza (s’intende scientifica) a queste “lezioni di storia cantata” le quali spaziano dall’età moderna sino alle soglie dei giorni nostri. Siano gli argomenti privilegiati il mito e la figura di Garibaldi nei suoi diversi “mondi” o le controverse stagioni del Risorgimento nazionale, l’emigrazione all’estero degli italiani fra Otto e Novecento (ma anche dei migranti d’altre epoche e di altre etnie) oppure le guerre e l’antimilitarismo, il banditismo sociale e le lotte del lavoro che sfociarono nella nascita del sindacato ecc., il modo scelto per farne parola si avvale insomma dell’apporto di musiche e testi d’indubbio fascino, ma anche di spiegazioni e di discorsi sempre ancorati a fonti di prima mano.
In veste se necessario cangiante (non a caso alcuni motivi integrano alle volte contesti narrativi diversi fra loro oppure si ripresentano sotto forma di parodia e di contrafactum), le rappresentazioni a cui si riferisce l’elenco delle conferenze spettacolo selezionate in questa sede non costituiscono che una parte dell’attività svolta tra il 2001 e il 2012 , con i loro concerti in Italia e all’estero (ossia in Europa, in USA e in America Latina), da Emilio Franzina e dagli Hotel Rif i quali si son mossi e si muovono al di fuori dei circuiti tradizionali, senza l’ausilio di televisioni e di uffici stampa, per lo più a ridosso di convegni di studio, di festival culturali e d’importanti ricorrenze storiche con un affiatamento spontaneo che fa del loro sodalizio qualcosa di più (e di meglio?) di una semplice compagnia teatrale.
A integrazione di quella che a sua volta è solo una piccola antologia di cose fatte e cantate nell’arco di più di dieci anni, chi vuole potrà leggere, in una apposita sezione d’appendice, anche una scelta di saggi, di “materiali” e di copioni che dovrebbero offrire un’idea meno approssimativa del tipo di lavoro svolto sia dallo studioso in veste di ricercatore e sia dall’uomo, si parva licet, di spettacolo in veste di performer.
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