in apertura:
Due concerti di livello assoluto, entrambi stabilmente invitati dai migliori festival internazionali: averli assieme al CSC rende l’evento unico. Sia Gabriele Mitelli & Rob Mazurek che Ifriqiyya Électrique affrontano le tradizioni musicali più nascoste, riportandole alla luce con strumenti e sonorità assolutamente contemporanei creando così una magia sonora che profuma di futuro brillante per la musica tutta. Un appuntamento con quanto di più eccitante possa offrire il panorama musicale internazionale contemporaneo!
PROGRAMMA:
Ore 21.30 Gabriele Mitelli & Rob Mazurek
Ore 22.30 Ifriqiyya Électrique
Yahia Chouchen - voce, tabla, tchektchekas
Fatma Chebb - voce, tchektchekas
Tarek Sultan - voce, tabla, tchektchekas
Gianna Greco - basso, voce, computer
François R. Cambuzat - chitarre, voce, computer
Presentano il nuovo disco “Laylet el Booree" in uscita ad aprile 2019
I rituali trance Sufi del profondo sud Sahara Tunisino, antichi ritmi e canti suonati e cantati da 3 musicisti tradizionali provenienti dalla comunità del Banga, che incontrano i viaggi sonici dell’Occidente post-industriale del 21esimo secolo.
Hanno suonato al Roskilde Festival, al WOMAD Festival e al Womex.
Il risultato è una musica di rara potenza, animata da un'oscura e misteriosa forza ancestrale, percussioni ipnotiche e cavernose impattano con le sonorità impetuose e travolgenti delle chitarre e dell'elettronica su un basso dal suono pieno.
E poi ci sono le voci, un canto che è figlio del deserto e di riti tribali, ma che è parente stretto delle voci che percorrono le strade del Mediterraneo, le voci che si levano in un mercato di Palermo, in un vicolo di Algeri, in un bazaar di Istanbul o nel porto di Napoli.
Non quindi un progetto di etnomusicologia che si 'limita' a registrare suoni e musiche provenienti da angoli periferici del mondo, ma un incontro fra dimensioni lontanissime: la tradizione di un piccolo gruppo etnico e le musiche radicali e tecnologiche di musicisti e agitatori contemporanei.
presentano l'ultimo lavoro "Star Splitter"
Rob Mazurek - piccolo trumpet, electronics, voce
Gabriele Mitelli - cornet, sax, electronics, voce
Uno di fronte all’altro. Senza filtri, senza mediazioni. In un gioco di sdoppiamenti e di rimandi che corre sul filo del più spericolato azzardo. Rob Mazurek e Gabriele Mitelli. Trombettisti che trombettisti non sono, musicisti che dell’oltre e dell’altrove hanno fatto una ragione di vita. Venerato maestro il primo. Al centro della scena di Chicago da almeno vent’anni, catalizzatore di energie, infaticabile sperimentatore e maginifico punto d’incontro tra l’eredità danzante di Sun Ra e le intransigenti pulsioni del (post) rock meno allineato, tra la lezione di Bill Dixon e il gigantesco lascito della generazione AACM. Giovane e scapigliato il secondo. Istintivo e coraggioso nel gettarsi a capofitto nelle situazioni meno accomodanti e nei contesti più improbabili. Doveva succedere prima o poi che si incontrassero. Questione di affinità e di consonanza. Questione di vita. Questione di musica.
BIO
non è il nome di una band quanto piuttosto una vera e propria cerimonia adorcista: che dunque mira a favorire l'interazione con entità positive e allontanare le entità malefiche attraverso musica, canto e danza.
Si incrociano chitarre e contaminazioni elettroniche con i riti di trance e possessione di Tarek Sultan, Yahia Chouchen e Youssef Ghazala, membri del Rituale Banga del deserto del Sahara in Tunisia.
Se pertanto lo scopo è di allontanare le entità malefiche attraverso musica, canto e danza, l'uso estremo e distorto di elettronica e chitarre elettriche, in armonia con la ripetitiva tribalità ritmica e lirica, non farà altro che dare maggior forza al tutto, con un crescendo d'intensità manifesto e incisivo.
Nella sua lunga fase di elaborazione, Ifriqiyya Electrique è stato anche di più: un'impresa multimediale registrata in zone come il deserto del Sahara, in cui la musica era solo uno dei protagonisti, tanto che le riprese di quanto ha ruotato attorno alla realizzazione, quindi anche processioni, rituali e cerimonie di trance, sono diventate un film che è parte costitutiva dello spettacolo.
Un'opera che non si limita alla sua essenza musicale, pur essendo di valore assoluto anche in tal senso, ma che acquista potenza nella sua totalità, nella visione delle immagini che la accompagnano, nella scoperta dei suoi momenti compositivi.
Un'opera che, non solo riesce a dare vigore a quel processo di sviluppo, trasmutazione e amplificazione dell'anima attraverso la purificazione, ma che unisce anche due mondi apparentemente lontani come la tradizione africana con la sua aura magica e la modernità fredda del Vecchio Continente, rilevando la vicinanza e favorendo una contaminazione non solo possibile ma anche produttiva.
Tra gli artisti più originali e rappresentativi del jazz elettroacustico contemporaneo, leader di gruppi come Chicago Underground, Sao Paulo Underground, Black Cube SP o la Exploding Star Orchestra, il cornettista e compositore di Chicago Rob Mazurek è tra i talenti più visionari della musica contemporanea. Attivo sulla scena del jazz e dell’improvvisazione dalla metà degli anni ‘90, Mazurek ha contribuito a rivitalizzare la scena di Chicago, gettando un ponte vitale tra la generazione dell’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians) e quella più giovane, vicina al rock e alla musica elettronica. Fondatore del collettivo Chicago Underground, con formazioni che vanno dal duo (esibitosi in un memorabile concerto nell’isola di San Servolo due anni fa) all’orchestra, Mazurek ha militato negli Isotope 217 e collaborato con Gastr del Sol, Tortoise, Stereolab, Calexico, guidando poi uno straordinario quintetto, il trio Starlicker e la travolgente Exploding Star Orchestra, nonché São Paulo Underground e Black Cube SP.
Nasce a Brescia nel 1988. Studia con il maestro Beppe Rusconi a Brescia e a seguire con il maestro Markus Stockhausen a Colonia con il quale nel 2012 ha suonato, partecipando al suo progetto di improvvisazione radicale, al festival “La Fabbrica del Jazz” di Schio. Nel 2014 esce il suo primo disco, “Hymnus Ad Nocturnum”, per l’ etichetta del Parco Della Musica di Roma. Nel 2016 pubblica il suo secondo disco con il duo Groove&Move insieme al vibrafonista Pasquale Mirra, tra i migliori dischi della classifica di European Jazz Chart, entra nel nuovo progetto di Cristina Donà e suona in alcuni dei festival più importanti in Italia. Nel 2017 è miglior nuovo talento italiano per i critici della rivista di settore “Musica Jazz”, vince il Bando AIR per le residenze artistiche all’estero e pubblica il suo secondo disco per l’Auditorium Parco della Musica di Roma con O.N.G. “Crash”. In pochi anni suona con alcuni dei più importanti musicisti della musica jazz e di confine tra cui Ralph Alessi, Jeff Parker, Rob Mazurek, Markus Stockhausen, Chris Speed, Gianluca Petrella, Simone Graziano, Alexander Hawkins, Giovanni Guidi, Cristiano Calcagnile, Beppe Scardino, Tino Tracanna. Nel 2017 è ideatore e direttore artistico del neonato GroundMusic Festival.
LINK
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Recensioni
https://www.thenewnoise.it/ifriqiyya-electrique-ruwahine/
http://www.ondarock.it/recensioni/2017-ifriqiyyaelectrique-ruwahine.htm
Ascolti
https://soundcloud.com/user-242340645/tracks
https://ifriqiyya-electrique.bandcamp.com/
INFO SERATA
• Apertura ore 21:00
• Inizio concerto ore 22:00
• Contributo responsabile 12 Euro, Riduzione 6 Euro per gli studenti con documento > vedi qui
• Comunicazione e attività rivolta ai soci CSC > come diventare socio
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