IL GENIO nasce a Milano all´inizio del 2007.
Il genio è maschio e femmina: Gianluca De Rubertis, già tastierista degli Studiodavoli (voce - chitarra - tastiera). Alessandra Contini (voce - basso). Il batterista del Genio è un I POD, impeccabile e perfetto, dal tocco sicuro e freddo.
Il Genio canta in italiano e in francese, ha una voce cupa, bassa, alta, squillante, da baritono o da soprano leggero.
Il genio è electro, pop, rock, roll.
ll duo ora, dopo aver registrato all´Ectoplasmic Garden (tetra oasi dei Jennifer Gentle) e aver missato al Sudestudio (fucina dell´indie salentino) si prepara a debuttare con un intero album, omonimamente battezzato Il Genio su blasonatissima etichetta Disastro Records/Cramps Music.
Inamorarsi dei dischi, dopo che delle persone, rimane il metodo più efficace per recuperare un po’ di ispirazione sentimentale e voglia di vivere.
Con Il Genio è stato quel genere di colpo di fulmine improvviso e inaspettato che ti fa fiorire le primavere dentro con il solo potere di un verso e un giro di basso, con una facilità talmente sfacciata da non poterla prendere sul serio.
Lui è Gianluca De Rubertis, (già corpo e mente degli Studiodavoli) e lei Alessandra Contini, caschetto nero e fascino da vendere. Insieme mettono su questo miscuglio micidiale di esotismo beat anni sessanta, elettronica e pop raffinato che ha tutte le carte giuste per fare stragi di ascoltatori.
Arricchito dal contagio intramontabile del beat dei più grandi successi di Françoise Hardy e di France Gall, il lavoro de Il Genio è un ricamo prezioso che intreccia i fili del lolitismo e della pornofonia 60’s con la perfezione di un pop ricercato e per questo irresistibile.
L’esempio più lampante del loro beat eccitato è A Questo Punto, spremuta di hammond e groove e ritornello da manuale, così come Le Bugie di François, pezzo in cui si sente più massiccia l’influenza retropop dell’esperienza Studiodavoli, nell’atmosfera da viaggio interstellare e nelle note che scivolano più veloci ed improvvise nelle curve delle melodie.
Ma anche quando i due si cimentano in delicati duetti come Applique, Tutto è come sei tu o La Pathétique si hanno risultati entusiasmanti; l’eredità romantica di certe canzoni dei sessanta riemerge nella lucentezza dello stile e nell’essenzialità dei versi giocosi e semplici che riporta alla mente l’ispirazione di Nico Fidenco e di Gainsbourg, ricalcando per altro la coppia del francese e della Gall più ingenua ed adolescente.
Ed è proprio la naïveté della voce della Contini uno dei punti forti della coppia; sospirata e bambina, ironica e fatale, è figlia della reginetta della lounge jappo-francese Kahimi Karie, di cui viene non a caso coverizzata la deliziosa Una Giapponese A Roma.
Strumentazioni vintage e drum machines, il gusto retro’ del bianco e nero e l’immaginario futuristico, i francesismi dello yeyé e la canzone italiana.
Questo disco si candida in direttissima tra i più interessanti dell’anno.
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