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JACKIE-O MOTHERFUKER

  • sabato 19 Ottobre 2002

Jackie-O Motherfucker nasce nel 1994 come duo. Il multi-strumentista Tom Greenwood e il sassofonista Nester Bucket hanno utilizzato svariate vecchie pellicole per arricchire la loro base di chitarra-sassofono . Da allora, dopo aver fatto uscire cinque interi LP (due dei quali doppi) , un 12" e due CD , il gruppo si è sviluppato per comprendere a rotazione qualcosa come venti membri da tre diverse città statunitensi: Portland, New york, Baltimora. Tom Greenwood (chitarra, percussioni e altro) e Jeff Brown (chitarra , sassofono e altro) sono il nucleo della caotica follia dei JOMF , ma i JOMF operano su di un modello collettivo; tutti i membri (compresi i sassofonisti John Flaming e Nester , il batterista Jessie Carrot , il multi-strumentista Barry Hampton e il chitarrista Brooke Crouser) conferiscono un' influenza inestimabile al suono della band.
L'ispirazione è disegnata da un allineamento improbabile e vario del suono e della visione: free jazz, noise rock, graffiti, space rock, folk music, Xeroxed art... Certo è che gli esperimenti sotterranei degli anni 60 sono una pietra miliare: musicalmente, il granaio speciale dell'avanguardia Newyorkese; visivamente, le pellicole di Harry Smith .
Il primo CD per la Road Cone ,è stato un grande passo in avanti per il gruppo che ha ricevuto svariati elogi per la loro semi-improvvisazione primitivism, quello che era cominciato come desiderio di trascorrere piacevolmente il tempo nel loro scantinato, si espande e si trasforma sulle basi del rock-jazz in un percorso antropologico nella storia musicale dell'America, filtrata attraverso il trattamento psicotico dei JOMF. Tuttavia gli obiettivi dello scantinato sono rimasti , così l'album dei JOMF rimane una sorta di registrazione da scantinato; sono dentro e fuori della storia , nonostante ne siano tutti completamente coinvolti . Come se il subconscio fosse intrappolato nell'inconscio collettivo americano, e la liberazione è intrappolata in un regno spirituale senza possibilità di fuga.
Infine ecco un modo per interpretare questo disco, come un percorso organico ed emozionalmente coesivo che inizia con un'estatico disorientamento e finisce con una notevole calma. I JOMF sono incontestabilmente auto-didatti e diretti verso i propri obiettivi, ma alla fine l'istinto prevale sul calcolo. Il risultato è una musica ricca e multivalente che riflette e rinfrange il mondo più vasto.
http://www.roadcone.com

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