[CSC Genere Umano]
La Kocani Orkestar è un’incredibile fanfara macedone, forse la più famosa al mondo, che ha saputo tradurre in uno spettacolo pirotecnico le melodie tradizionali dei Balcani tramandate oralmente.
Assistere a un concerto della Kocani Orkestar è un'esperienza ubriacante, che può trascinarti in vorticosi balli fino a notte tarda. Ne sa qualcosaVINICIO CAPOSSELA con il quale hanno spesso suonato assieme.
Il sound è quello tipico, portato al successo da Goran Bregović, con un pizzico d’istrionismo in più e contaminazioni varie e che in Italia vanta collaborazioni prestigiose da Vinicio Capossela, Roy Paci, Modena City Ramblers a Paolo Rossi.
È la versione originale della Kocani Orkestar, che ha nel trombettista Naat Veliov un vero grande leader.
Biografia
Si parla spesso dei musicisti gitani come dei semplici virtuosi dell’imitazione: grande orecchio, grande tecnica, stop. In realtà nell'irrequieta cultura musicale tzigana, alla fase dell’assorbimento di una cultura “ospite” segue sempre un momento di pura, vertiginosa creazione. Per questo motivo la scia di ottoni, sassofoni e clarini lasciata nell'attuale Macedonia dalle bande dell’esercito ottomano, sostituendo già nel secolo scorso i tradizionali oboi, nelle mani dei Rom ha generato una specialità tutta tzigana: la brass band balcanica.
Nella regione Balcanica, le bande costituite sul modello della fanfara sono soprattutto specialità tzigane.
Dalla Serbia occidentale alla Macedonia, gli tzigani modificano con grande immaginazione il ruolo delle bande tradizionali. Queste bande musicali sono state create nel corso del 19.mo secolo su imitazione delle bande dell’esercito ottomano che sostituirono, dal 1928, le bande “Mehterhanes” dei giannizzeri turchi. Con tutta probabilità essi hanno preso il posto dei vecchi esempi tradizionali degli oboi (zurla o mizmar) e delle grancasse.
A Kocani, una città della nuova Repubblica di Macedonia, la muisca tzigana di banda viene chiamata Romska Orientala Musika. Nella Macedonia, la maggior parte degli tzigani sono mussulmani, i musicisti suonano sia per la loro stessa gente che per i gadjes, i non gitani. Essi hanno assorbito moltissimi stili con cui giocano costantemente tenendo comunque, anche nelle loro bande, la nozione orientale del contenuto e della linea melodica, adottate in precedenza dai suonatori di oboe che utilizzavano tecniche di respirazione continua e circolare.
Le introduzioni lente e improvvisate, sprovviste di battute, sono chiamate con il termine turco di “tadzim” o “trapeza” nella lingua macedone, le arie romantiche sono indicate in vari modi: “gazel” dal turco, “sevdak” o “sevdalinka” in macedone e serbo, termini anch’essi derivanti dal turco “sevda” che significa passione e
amore. Queste “sevda”, squisitamente orientali, che sono state abbellite nelle aree urbane, hanno mantenuto l’intervallo di seconda aumentato, tipico della musica orientale. Gli stili sono quindi costantemente frammischiati, che siano essi turska (turchi), romski (gitani), bylgarska (bulgari), rumunski
(rumeni) o srpsko (serbi). Oltre a queste influenze regionali, è possibile risalire all'ispirazione orientale degli tzigani fino alle radici della stessa poiché alcune melodie sono state importate dall'India. La maggior parte dei ritmi usati nei brani strumentali si basano su motivi di danze tradizionali chiamate “cocek”, nel caso di danze femminili, oppure “oro” per le danze collettive in circolo. Anche in questo caso le formule ritmiche sono tratte da fonti d’ispirazione antiche e moderne fino ad arrivare alla rumba ed alla salsa orientali.
La Kocani propone un’interpretazione originale dei brani tradizionali, ma, grazie agli arrangiamenti del suo capo orchestra Naat Veliov, introduce anche degli elementi di modernità, fino ad eseguire nei suoi concerti delle cover “tzigane” di brani di Bob Dylan e Cheb Khaled.
Una girandola di timbri, accenti, colori, che esalta il ricco mosaico di ritmi e melodie meticce nate da queste parti dalla combinazione di Oriente ed Occidente. Musica sincera, sempre un po’ alticcia, struggente e travolgente a seconda delle occasioni, ricca di ritmi pirotecnici, carica di colori e di forti contrasti, e suonata con l’intensità (con creatività esecutiva, per uno spartito in continua trasformazione, come è tipico della
cultura musicale piu’ “orale” che “scritta”) propria di qualunque esperienza gitana.
Questo genere musicale è stato portato alla ribalta internazionale dal film Underground del regista di Sarajevo Emir Kusturica, la cui colonna sonora, scritta e arrangiata da Goran Bregovic, è quasi interamente dedicata al repertorio delle brass band balcaniche. C’è però da chiarire che la Kocani Orkestar non è la fanfara di Undergorund, e che con Bregovic non ci sono stati e non ci saranno progetti comuni.
Sono comunque altre e numerose le collaborazioni che la Kocani Orkestar ha sviluppato: ha composto la colonna sonora di un documentario belga sugli tzigani mussulmani di Macedonia, ed in particolare sul fenomeno dervisci; ha partecipato alla messa in scena di Antigona di B.Brecht della compagnia Transteatro ed ha arrangiato ed eseguito tre brani di Vinicio Capossela nell’album “Live in Volvo”. Ha collaborato con Paolo Rossi, Roy Paci, Modena City Ramblers e Luca Bassanese.
Nell’autunno 1999 Naat Veliov ha allontanato e quindi rimpiazzato due componenti della sua band, ed ha cambiato il nome della sua fanfara in quello attuale King Naat Veliov Original Kocani Orkestar, per distinguere il suo organico da un nuovo ensemble formato dai due musicisti fuoriusciti che hanno continuato ad usare il nome originale di Kocani Orkestar, creando inopportuna confusione nel mercato discografico e concertistico internazionale.
Dopo un breve periodo di smarrimento e ripensamento artistico, Naat Veliov ha ripreso l’attività a pieno ritmo calcando nuovamente le scene internazionali, con rinnovato vigore e crescente interesse da parte di pubblico e critica.
A questa formazione si deve l’ultimo album ”Gypsy Folies” realizzato dalla Verlag Plane in Germania e distribuito in Italia dai tipi della Felmay.
Il gruppo ha partecipato al nuovo Cd dei Modena City Ramblers “Dopo il lungo inverno” uscito e fine 2006 suonando nella canzone “Western Union” con favorevolissime recensioni da parte di tutta la stampa in particolare proprio per questo brano.
A fine 2007 Naat Veliov è stato insignito dal Governo macedone del titolo di “rappresentante della cultura macedone nel mondo” con la sua Kocani Orkestar ed invitato dal 29 ottobre al 2 novembre 2008 a Washington per una serie di incontri e concerti organizzati dall'ambasciata macedone in America presso il
World Cultural Centre ed a New Orleans.
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Video con Vinicio Capossela:
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Ascolti: https://www.youtube.com/
Dopo il live, DJ Set by Al Tajara Collective!
INFO SERATA
• Apertura ore 21.00
• Inizio concerto ore 21:30
• Contributo responsabile: 10 Euro, Riduzione 5 Euro per gli studenti con documento > vedi qui
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