LIQUID LAUGHTER LOUNGE QUARTET
Jens Teichmann - voce, chitarra, sintetizzatore
Gregor Jehle - chitarra, sax
Markus Heinzel - contrabbasso, tastiere
Egbert Landes - batteria, basso, chitarra, banjo
The Liquid Laughter Lounge Quartet suonano essenzialmente lounge e cocktail music un po´ stramba.
Ascoltati con attenzione pero´ questi 4 gentiluomini di Friburgo, cittadina anonima ed alienante, riescono a mescolare tali sonorita´ con altro, quasi in modo subliminale.
Cocktail e lounge vengono incrociati con rockabilly, blues, arrangiamenti da musica classica e voci isteriche senza tuttavia perdere il proprio codice genetico.
Chiunque in questo momento pensi alle colonne sonore dei film di David Linch ha ragione......basso e batteria dritti e costanti, voce, chitarra ed effetti analogici che disegnano sopra le righe.
Fantasmi gospel che resuscitano scheletri rockabilly.
Atmosfere morriconiane rotte da ritmi tango e giri blues cattivissimi.
Le canzoni parlano di Angeli, di droghe, strani vicini, sparizioni e ricordi dimenticati, che si muovono all´interno di una percezione emotiva che va dal tenero al morboso e rimangono come un quadro che ricorda i bei tempi passati, appeso nella nostra camera da letto.
RECENSIONE
Trasuda un erotismo malato dal disco.
Le go-go dancers del night club sono sequestrate e stuprate da esseri deformi sotto i fumi di una notte alcolica.
Gli episodi strumentali (Engelberg, Why not, Allnighter) rimandano ad uno strip-jazz da spettacolo burlesque, ma a spogliarsi sono donne-vampiro, malefiche e letali.
Chitarra twanging, contrabbasso elettrificato e metallico, batteria con le spazzole…sporadici interventi di sax o clarinetto, aumentano le analogie con le musiche composte da Angelo Badalamenti per il serial “Twin Peaks” o per la colonna sonora di Wild at heart.
Gli episodi cantati si reggono sulla voce teatrale di Jens Teichmann che racconta di meretrici diaboliche ed arrapanti (Bad way), di delirio e impazzimento (Black pool), di donne che non sono più tornate (James), ricorrendo anche all’idioma nazionale in alcuni casi (Ein wort, Gift).
La scrittura è cinematografica, allucinata, tagliente come un rasoio.
L’ideale compendio per un noir di fine millennio.
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