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MANGIA MARGOT e MOEWY

  • sabato 19 Novembre 2005

DAI BALCANI COL DISTORSORE, ovvero come abbiamo realizzato il progetto Respect

C’è chi la musica se la gusta a casa, o in auto, chi la fornisce chi la subisce e… c’è chi la usa per realizzare sogni.Il progetto Respect l’ha usata – e continuerà a farlo – per costruire ponti e relazioni in una realtà che per un po’ i ponti li ha abbattuti e che vede difficile concretizzare le cose che, forti, si porta nel cuore. La serata si propone di diffondere, cercando di impegnare il numero più vasto dei cinque sensi umani, i sentimenti che hanno unito i 12 giovani (musicisti e non) partecipanti al progetto Respect nei nove giorni d’agosto che li hanno impegnati in Bosnia-Erzegovina a fare musica insieme ai ragazzi bosniaci dei diversi gruppi nazionali, nel tentativo di creare relazioni ed amicizie, capire una realtà vivendola in prima persona, renderla visibile agli occhi di un mondo che dimentica troppo in fretta. Riportato tutto a casa, ecco le tre parole che restano sulla bocca: si può fare.

Ecco il perché di questo spettacolo itinerante: avvicinare chi lo guarda a una realtà che è lì dietro l’angolo e che si presenta tanto simile alla nostra quanto lontana perché ancora sconvolta da un pesante passato recente. Cosa si può fare esattamente? Da parte di chi guarda lo spettacolo o legge ‘ste righe, semplicemente avvicinarsi e provare ad incuriosirsi; da parte dei “respectari” dare a tutti le risposte che servono; da parte dei giovani bosniaci credere in se stessi e credere che le cose si possono fare. cos’è il progetto Respect e cosa vorrebbe realizzare

Cos’è successo in concreto quest’estate?È successo i giovani volontari italiani, tra i quali alcuni musicisti, sono andati in Bosnia e hanno organizzato due concerti “multi-etnici” insieme ai ragazzi bosniaci. “Insieme” significa che tutti, sia italiani che bosniaci dei vari gruppi, hanno sia partecipato all’organizzazione degli eventi, sia suonato sul palco. Ma perché organizzare dei concerti in una realtà da poco uscita da una guerra, dove ci sono forse necessità più urgenti, e dove i ragazzi devono fare i conti con la disoccupazione, col problema di arrivare in fondo al mese, con l’impossibilità di fare grandi progetti (e spesso anche sogni) per il proprio futuro?

(breve estratto dal documento ufficiale):

“… Dall’unione di I = Italia, GRA = Gradacac e MO = Modrica si compone la parola IGRAMO che in bosniaco significa giochiamo, ma anche balliamo, ed è quello che con questa collaborazione, che vede coinvolti i giovani volontari del KULT e della BOS-IT di Grada?ac, i giovani volontari di Modri?a ed il gruppo giovani volontari dei ‘Beati i costruttori di pace’ di Padova, vorremmo realizzare: un momento di unione dei giovani delle tre diverse realtà d’origine, soprattutto attraverso la musica in quanto passione comune.

* Sviluppare nei giovani il sentimento di ‘to care’ nei confronti della propria realtà cittadina e rurale, renderli protagonisti della loro società, sostenendoli nella costruzione di attività che permettano loro di prendere in mano la loro esistenza, di sentirsi parte attiva nella ricostruzione della società a cui appartengono, soprattutto per quanto concerne la politica e i rapporti con le istituzioni, considerate queste ultime dalla maggior parte dei giovani come mete lontane, quasi inavvicinabili.

* Sviluppare percorsi di dialogo, confronto, condivisione, spianando la strada al sentimento di fiducia, necessaria base di qualsiasi relazione umana, e intessendo così rapporti di amicizia che potranno continuare indipendentemente dalla nostra presenza ‘ponte’.

ma come è nata sta ‘roba’

Il progetto dei giovani volontari del gruppo ‘balcani’ nasce nell'estate del 2002. Si tratta fin dall’inizio di una collaborazione con un gruppo di giovani di Grada?ac, cittadina a nord-est della Bosnia, in cui già da molti anni un gruppo di volontari di Brescia, dell'associazione ‘Beati i costruttori di pace’, lavora su un piano pratico-tecnico, di sostegno umano prima che finanziario, alle famiglie in difficoltà. Da questi progetti di sostegno, si costituisce a Grada?ac un'associazione locale, il cui statuto si ispira ai principi di quello dei ‘Beati i costruttori di pace’. L’associazione si chiama BOS-IT (da Bosnia e Italia) ed è composta da volontari bosniaci di Grada?ac, sensibili alle tematiche e alle attività portate avanti dai volontari italiani, convinti a continuare a collaborare con loro e a diventare parte viva della loro società.

Nell’Agosto del 2002 , 17 volontari italiani hanno intrapreso la prima reale tappa di questa lunga collaborazione. A gruppi di due o tre persone i volontari italiani hanno vissuto in famiglia, condividendo così le tradizioni e la cultura bosniaca e facilitando il percorso di avvicinamento relazionale, aprendo la strada alla fiducia e all'amicizia. Insieme ai ragazzi bosniaci, vengono realizzati dei workshops, una partita di calcio multietnica tra le squadre di Grada?ac e Modri?a (brevemente: Grada?ac è un paese a maggioranza musulmana, Modri?a a maggioranza serba. Durante la guerra le minoranze dei due paesi si sono spostate rispettivamente dall'una all'altra parte, o in altri paesi in cui potevano costituire la parte forte. I due paesi indicati sono limitrofi, e durante la guerra la gente ne ha viste di tutti i colori. Solo in questi ultimi anni i giovani serbi di Modri?a hanno cominciato ad andare a Grada?ac e viceversa). Per alcuni ragazzi di Grada?ac quella era la prima volta che visitavano Modri?a dalla guerra.

Nell’estate 2003 , per dare una sferzata di energia e di motivazione, il gruppo di italiani lancia la proposta ai ragazzi bosniaci di una vacanza – formazione in Italia, lavorando sia per gruppi distinti, italiani e bosniaci, sia per gruppi misti. Le attività si sono incentrate soprattutto sulle tematiche della fiducia, della comunicazione, della democraticità del confronto e sulla nonviolenza, con delle riflessioni molto interessanti emerse dai ragazzi bosniaci, dato che, come c’hanno confessato, era la prima volta, dopo la guerra, che avevano la possibilità di parlare di violenza e guerra confrontandosi in gruppo.

Estate 2004 .Durante una settimana trascorsa a Grada?ac il gruppo di italiani, composto da due volontari che dall’inizio seguono le evoluzioni del progetto, e tre nuovi volontari, ha conosciuto i componenti dell’associazione KULT e un gruppo musicale di Modri?a. Per quanto riguarda l’associazione KULT di Grada?ac, si è costituita nel giugno del 2004 e si occupa di organizzare e coordinare le iniziative di vari gruppi giovanili del paese, mentre il gruppo musicale di Modri?a, per la maggior parte costituito da ragazzi musulmani, sono interessati, oltre a suonare, anche a lavorare per progettare attività per i giovani del loro paese. Durante gli otto giorno trascorsi a Grada?ac, il gruppo

Inverno 2004 . Gli scopi con i quali il gruppo di volontari italiani ritorna a Grada?ac e Modri?a sono: rafforzare i nostri rapporti con i ragazzi dell’associazione KULT di Grada?ac e con il gruppo giovanile di Modri?a; continuare il percorso di confronto avviato con l’esperienza estiva verificando la possibilità di realizzare la proposta che timidamente era stata avanzata in agosto, ovvero un concerto musicale per l’estate 2005 che coinvolgesse le realtà italiane, musulmane, serbe e possibilmente croate.

Infine dopo un viaggio di ricognizione organizzativa nel maggio 2005 e dopo l’arruolamento dei due gruppi italiani, riproposti in questo spettacolo itinerante, ecco realizzarsi nelle fresche notti bosniache del cinque e sei agosto 2005 il concerto multietnico che ha unito sullo stesso palco giovani di tutte le realtà che la zona offre, e nello stesso gruppo altrettanta mescolanza di pensieri e cervelli, spirito e divertimento.

e dove volete finire

Il progetto, che tuttora vive, ha come intento di fornire ai ragazzi di Bosnia un appoggio morale, un supporto fatto di fiducia e di interesse cui chiunque è chiamato a partecipare, a proporre, a dare un contributo e volendo a vivere in prima persona un qualcosa di diverso. Non ti darà crediti all’università, ma tanto... non è che la laurea ti dia un lavoro!

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