Tibi -Dual DisK Project- nasce dalla collaborazione tra il fotografo Nanni Angeli e il chitarrista Paolo Angeli.
La performance multimediale CD / DVD è basata sull’interazione tra le due dimensioni - quella visiva e quella musicale - in un alternanza tra canovaccio strutturato e libera improvvisazione.
Analogico e digitale, tecnologia e artigianato si fondono in una poetica sospesa tra tradizione e innovazione. Le corde della chitarra sarda preparata sono il cuore di questo lavoro: percosso da martelletti, pizzicato da eliche miniaturizzate, accarezzato da un archetto, lo strumento ha vita propria. Il musicista dialoga con lo stesso, mentre l’immagine riflessa su grande schermo assume i tratti di viaggio nella macchina sonora. Un’interazione che ha alle spalle 12 anni di collaborazione artistica e che trova nella dimensione live la più emozionante valorizzazione.
Sia le musiche che le immagini sono la sintesi delle mutazioni sonore e visive apportate allo strumento tradizionale, la chitarra sarda, negli ultimi 10 anni.
Con questo concerto PAOLO ANGELI riassume la sua carriera da solista, una sorta di album biografico che fa riferimento a tre suoi lavori: Linee di Fuga, Bucato e Tessuti, quest´ultimo incentrato sulla rielaborazione di alcuni pezzi di Bjork e Fred Frith.
La forza del suo lavoro sta nell´uso della CHITARRA SARDA PREPARATA uno strumento, da lui costruito, che nasce dall´incontro-scontro tra la tradizione sarda e la sperimentazione delle avanguardie europee, che Paolo Angeli definisce così:
...un´ibrido tra chitarra, basso acustico, violoncello e batteria; ha i martelletti come il pianoforte (azionati da cavetti di bicicletta applicati a sei pedali), ha una manina meccanica per le corde trasversali che mi permette di realizzare le parti ritmiche, ha 4 corde di sitar montate su un ponte di contrabbasso, ha delle eliche per ottenere i bordoni e la tengo stretta "tra una gamba e l´altra" come un violoncello.
Possiamo provare a definire la chitarra sarda preparata di Paolo Angeli un´ibrido tra violoncello, chitarra, organo, sitar, batteria, che per essere suonata, necessita un musicista poliedrico, in grado di padroneggiare tutti gli strumenti elencati.
I piedi seguono i percorsi dell´indipendenza ritmica dei batteristi, la mano destra richiede studi da violoncellista, la mano sinistra è quella di un chitarrista in grado di padroneggiare le tecniche di contrappunto che sfruttino al massimo il sistema di amplificazione esefonico.
Recensione
Un tributo alla chitarra sarda preparata, che ne celebra la potente e poetica fisicità, il suo amante-interprete ed anche i suoi artefici - artigiani. Si capisce anche meglio quel titolo di qualche anno fa, "Tessuti", gran bel disco in cui Angeli ci faceva già consapevoli di quanto il suo strumento fosse una creazione per atto d´amore, passione (ed anche scienza) e così era destinato a vivere-suonare. Perchè c´è un refrain di fondo, fatto di piede e pedali e di piccoli motorini ad elica (per non dire dell´archetto), che sanno di spola e telaio e, appunto, tessono la trama che lega il passato (?), il folk, la tradizione (a chiudere c´è la rielaborazione del traditional sacro Stabat-Tibi) a quel che banalmente chiamioamo sperimentazione, avanguardia ricerca (alla memoria sovvengono Skeleton Crew e Tom Cora). Questo drappo lacero e bellissimo è un presente che possiamo ascoltare (e vederne il concepimento e la generazione), fatto di melodia (con ancora un omaggio a Bjork, Desired Constellation) e dissonanze che vibrano sottopelle (Linee, Bucato) e provengono da un´artista che stringe tra le sue gambe ed esplora/sollecita con le mani (e oggetti disturbanti tra le corde...e qualche effetto analogico) una creatura che a vederla può far venire in mente Tinguely (se non Tetsuo...) ma che produce una musica di inaudita profondità timbrica ed armonica, e drammaticamente umana.
(8) Dioniosio Capuano - Blow Up
PAOLO ANGELI
Prime esperienze musicali in un vecchio autobus abbandonato nella periferia della Sardegna settentrionale apprende i rudimenti della chitarra dal padre.
"Aspirante al comando di navi mercantili" presso l´Istituto Tecnico Nautico di La Maddalena, nel 1989 si trasferisce a Bologna.
Parallelamente agli studi di chitarra jazz (sotto la guida di Tommaso Lama), all´interno dell´università occupata, con il Laboratorio di Musica & Immagine ed altri sparuti compagni inizia un lavoro di sperimentazione musicale, con continui scambi e collaborazioni tra musicisti provenienti da aree diverse. Con il LM&I suona tra il 1990 ed il ´97 in numerosi festivals di musica "innovativa" e di cinema, produce tre CD e collabora con il musicista anglo-australiano Jon Rose. Successivamente dallo stesso gruppo nascono varie gemmazioni: Trabant, funambolesca orchestrina che alterna un repertorio di danze popolari a collaborazioni teatrali; Mistress, sestetto cameristico che esegue musiche di Stefano Zorzanello; Angeli-Zorzanello duo, che generalmente si propone in contesti di musica improvvisata aprendosi a collaborazioni con altri musicisti. Nello stesso periodo inizia a suonare la tuba con la Banda Roncati, stupenda esperienza di musica sociale, la batteria con i Diamant Brin, gruppo del musicista serbo Dragan Nicolic e fonda un quintetto vocale che esegue il repertorio paraliturgico dell´area gallurese (Sardegna settentrionale). E´ socio fondatore della Scuola Popolare di Musica Ivan Illich e dell´etichetta indipendente Erosha.
Parallelamente suona con Eva Kant (ensamble composto da 28 elementi) gruppo con il quale ha collaborato con diversi musicisti tra cui Fred Frith (esecuzione dell´opera Pacifica e realizzazione dell´omonimo lavoro discografico), Butch Morris (Conduction ´32) e partecipato al progetto "Risonanza Magnetica ´96".
Un rinnovato interesse per la cultura musicale sarda lo porta ad approfondire la tradizione musicale del nord della Sardegna, conoscendo Giovanni Scanu (il più vecchio suonatore di chitarra sarda ancora in vita) che lo guida alla conoscenza delle forme del canto con accompagnamento di chitarrra. Nel ´95 pubblica per l´etichetta Erosha il CD Dove Dormono gli Autobus, presentato nello spazio Audiobox (Rai radio 3) e meritevole di segnalazione nel settore della musica contemporanea del concorso Iceberg ´96. All´interno del festival Isole che parlano (Palau agosto ´96), al Link (Bologna) e in diretta radiofonica per il programma Audiobox (auditorium RAI, Roma, Aprile ´97) il gruppo Fraìli realizza il progetto live dello stesso lavoro discografico, punto di sintesi di tutte le esperienze citate.
Nello stesso anno inizia a fare concerti con una particolarissima chitarra sarda preparata. Partecipa al festival internazionale Die lange nacht der gitarre (Podewill Berlino) e vince il primo premio al concorso "Posada Jazz Project". Nel 1998 pubblica il CD Linee di Fuga-solo per chitarra sarda preparata ottenendo ampi consensi da parte della critica specializzata. Ha svolto concerti da solista per Rai Radio3 in diretta radiofonica (la stanza della musica) e in differita (Angelica Festival, Clusone Jazz, Radio3 Suite).
Dal 1998 svolge un´intensa attività concertistica esibendosi nel circuito nazionale ed internazionale della musica Jazz improvvisata e della musica contemporanea.
Ha suonato con Jon Rose, Otomo Yoshide, Frank Schulte, Lukas Simonis, Elliot Sharp, Carlo Actis Dato. E´ laureato con il massimo dei voti al D.A.M.S., Università di Bologna, con una tesi in etnomusicologia: La gara di canto. Il canto a chitarra nella Sardegna settentrionale. Lavora, per l´Istituto Regionale Etnografico della Sardegna, alla costituzione della fonoteca di musica tradizionale Archivio Musicale Mario Cervo.
Insieme al fotografo Nanni Angeli cura la direzione artistica del festival Internazionale di Musica-Teatro e Arti Visive Isole che Parlano.
RECENSIONI
Tessuti a grana grossa, ispidi, scabri. Trame che sono l´impressione ruvida, rapida, di un bozzetto chitarristico all´ocra rossa o il fine arabesco di note rigogliose, agili, precise. Il tocco dei polpastrelli rivela storie sfiorate, la corsa della mano nel telaio, giochi d´inseguimento arrampicati sulle corde di metallo, di nylon, di juta.
Paolo Angeli suona un catafalco tutto intarsiato, incordato, che ricorda solo lontanamente la chitarra che un tempo doveva essere. Armato di archetto lo imbraccia come un violoncello, ne estrae strofinii da ghironda incandescenti, spigolosi, materici.
Diviso tra originali, cover dell´evidente mentore Fred Frith e Bjork, "Tessuti" è la sua terza uscita per la prestigiosa ReR di Chris Cutler.
Pezzi di non facile interpretazione, quelli scelti, che sembrerebbero portarsi dietro indissolubilmente la personalità degli autori. Angeli riesce nella coraggiosa impresa di farli propri senza stravolgerli, incarnandoli nel suo suono terroso e avvolgente. Non si avverte discontinuità, tra la sua "La Pianta del Piede" (cineserie sospese, intagli, cicalii svuotati), l´aksak Frithiano in odore di Turchia "Ahead In The Sand" ("Speechless", 1981) e una "Unravel" cristallizzata in un paesaggio luci e silenzi a un passo dai Sigur Ros.
I brani sono dilatati, trasfigurati in una bolla di addensamenti/rarefazioni pulviscolari, rievocazioni atemporali, melodie sgualcite come ci si aspetterebbe da un disco scricchiolante di Hala Strana che si aprono in commoventi illuminazioni Starless/Godspeed You! Black Emperor. I tramestii di carabattole alla Frith creano atmosfere e spazi tangibili, le note strutture leggere di balsa, passi di danza che svaniscono in mille rivoli e diramazioni.
Particolarmente notevoli le sei tracce originali, le più incentrate sull´utilizzo "informale", Baileyano della chitarra sarda preparata di Angeli. Tra la meditabonda "Mezzo Passo" e i clangori scalcinati di "Danza di un Fermaciuffi", spicca la title track "Tessuti", breve inciso di "ballo tondo" che chiude il cerchio e porta alla Sardegna dei Tanit e di "Sonos ´e Memoria".
Con quest´album maturo, sentito e profondamente umile, Paolo Angeli dà prova di grande classe e talento, partendo da temi di altri, mutandoli in materia grezza e riforgiandoli in qualcosa di metafisico, assolutamente personale, emozionante e assieme rispettoso, per il quale forse vale la pena di scomodare la parola "capolavoro".
Ondarock
http://www.paoloangeli.it
http://www.myspace.com/paoloangeli
http://www.contienesolfiti.com/emvideo/modal/4/425/350/field_video/vimeo/10410878
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