Paolo Benvegnù - voce e chitarre
Luca Baldini - basso e tastiere
Guglielmo Ridolfo Gagliano - chitarre, tastiere e violoncello
Andrea Franchi - batteria e tastiere
Paolo Benvegnù è il chitarrista-cantante fondatore degli Scisma, imprescindibile gruppo alternative-rock italiano ormai sciolto, con cui ha registrato, prodotto e composto tre dischi su etichetta Parlophone-EMI. Dal 1996 al 2000 la band gardesana e´ stata vincitrice di Arezzo Wave, e unica band italiana prescelta per i Festival europei "Europa connection", "Le primtemps de Bourges" (Francia), ha vinto il Premio Ciampi 1998, e svolto centinaia di concerti in Italia e in Europa.
Dopo lo scioglimento degli Scisma, Benvegnù si trasferisce a Firenze per collaborare con Marco Parente con cui tiene diversi concerti e registra l´album dell´artista fiorentino “Trasparente”, uscito per Mescal/Sony.
Paolo Benvegnù diventa anche uno dei quattro cantanti del Presepe Vivente (cantante), spettacolo di e con David Riondino e Stefano Bollani.
Instaurato presto un forte legame con tutta la scena artistica contemporanea di Firenze, Benvegnù costruisce un proprio studio di registrazione a Prato, e parallelamente alla nuova carriera solista, inizia quella di produttore artistico con tantissimi album lavorati, tra i quali Perturbazione, Terje Nordgarden e Brychan.
Il brano di Paolo "E´ solo un sogno" viene inserito da Irene Grandi nel suo album del 2003, ed è stato anche incluso nel recente “Best Of” di Irene in una versione live registrata con Stefano Bollani.
Nello stesso periodo Paolo Benvegnù stringe un accordo con le label toscane Santeria e Stoutmusic che pubblicano il suo primo album solista “Piccoli Fragilissimi Film” nel 2004, lanciato dal singolo e video di “Suggestionabili”.
Il disco diventa immediatamente un “classico” del panorama indipendente, ricevendo un ottimo riscontro di pubblico, recensioni entusiastiche e piazzandosi tra i migliori album dell´anno.
L´album viene seguito da un lungo tour di oltre 150 date, che riceve il premio come “Miglior Tour 2004” al MEI e si conclude ad ottobre 2005 a Firenze, con un ambizioso spettacolo intitolato “Piccoli Fragilissimi Sport”.
Nei successivi 3 anni Paolo Benvegnù è stato nuovamente impegnato sul versante live con il “Kindergarten Tour” ed il “Nickerbocker Tour” che hanno registrato un numero impressionante di sold-out e testimoniato l´affetto del pubblico in tutta Italia.
Tra il 2006 ed il 2007 c´è stata anche l´importante partecipazione e produzione al disco “Cime Domestiche” (RadioFandango/Edel): una riuscita reinterpretazione di brani folk del Trentino in compagnia di Petra Magoni e Ares Tavolazzi.
Benvegnù nel 2007 crea anche 2 fiction casalinghe: “Idraulici” e “Marinai”: un surreale mix di cabaret e musica inscenato con grande successo da Paolo e la sua band in case private in diverse occasioni.
Ad ottobre 2007 Paolo Benvegnù da alle stampe un nuovo EP sulla propria nuovissima etichetta “La Pioggia Dischi”, intitolato “14-19”, accompagnato dal singolo “La Distanza” e da un´inusuale tour composto da 3 show diversi in 3 città.
Il disco ha raccolto ovunque ottime recensioni e creato grande attesa per il nuovo album “Le Labbra”, in uscita il 15 febbraio con distribuzione Venus.
L´album verrà accompagnato da un lungo tour che porterà Paolo Benvegnù sia in Italia che all´estero.
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RECENSIONE
Paolo Benvegnù è sempre stato bravo, ma probabilmente non aveva ancora raggiunto la piena maturità. Con "Le labbra", la sua seconda prova solista dopo l´esperienza con gli Scisma e l´esordio di "Piccoli fragilissimi film", indovina un album di una tale intensità che ora è proprio inevitabile collocarlo tra i migliori cantautori rock d´Italia. Un album che ha qualcosa di profondamente malinconico, a tratti perfino di oscuro. Eppure dal buio di queste note sembrano risalire pulsioni vitali, magari poco addomesticate nella loro intensità, a cercare una salvezza spirituale che, se non è ovvia, esiste. In La schiena, il pezzo iniziale, emergono progressivamente sax e chitarre distorte che esplodono poi in una catarsi conclusiva a dir poco memorabile. Ma le sorprese a livello musicale sono tante, quasi a dimostrare che si può tracciare una via al cantautorato italiano lontana dagli schemi usuali. L´uso dei fiati, innanzitutto, originale, mai invadente, molto suggestivo; il sax in particolare, simile a quello di Steven Brown dei Tuxedomoon. E uno spirito free che di volta in volta stupisce, come nella psichedelica jazzata che apre il nemico (pare quasi di sentire i Soft Machine), come nel finale pomposo, quasi da big band, di Interno notte, come nel break - straordinario - all´interno di 5 secondi, dissonanze studiate che paiono arrivare dritte dritte da un disco degli Henry Cow. Ma non pensate assolutamente che questo sia un disco difficile: le concessioni più melodiche ci sono, i pezzi più classicamente indie anche ( tra Cristina Donà e Smashing Pumpkins). Semplicemente, Benvegnù è miracolosamente riuscito a fare quel passo in più che distingue il disco buono da quello grandioso. Non perdetevelo per nessun motivo.
Bizarre - Blow Up
http://www.paolobenvegnu.org
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