* STAR TRASH 2 *
quattro capolavori del cinema trash italiano
Ritorna al CSC la rassegna sul cinema trash con quattro perle recuperate nel mare magnum del cinema popolare italiano.
Inizio proiezioni ore 21.
domenica 6 aprile 2003
Terror! Il castello delle donne maledette
di Robert Olivier (?) 1973
Uno dei massimi trash di ogni tempo, con un gruppo mal assortito di freaks veri e finti e una povertà di regia terrorizzante. In un castello che assomiglia a uno zoo umano il conte (ma non era barone?) Frankenstein (Rossano Brazzi) produce mostri aiutato da una pattuglia di campioni del cinema di serie B, da Gordon Mitchell come Igor, al nano vero Michael Dunn come gobbo Genz dagli appetiti necrofili, all'eterno Luciano Pigozzi. Un giorno il conte trapianta un cervello a un deficiente corpulento, tal Goliath. In seguito mette alla porta il suo malefico assistente nano Genz, il quale chiede aiuto all'Uomo di Neanderthal (il più mostro di tutti, Salvatore Baccaro qui ribattezzato per l'occasione Boris Lugosi). Ne segue una carneficina in cui muoiono tutti. Ancora oggi ci sono dubbi su chi abbia diretto il capolavoro. È in assoluto uno dei film più scassati di tutto il cinema italiano. Attenzione: idiozia da vilipendere qualunque senso di umana dignità.
domenica 13 aprile 2003
Carcerato
di Alfonso Brescia 1981
Supercult. Imprigionato con la falsa accusa di aver ucciso l'uomo che gli aveva rubato la moglie, Francesco Improta (Mario Merola) si strugge in carcere perché la madre sta morendo e perché ha promesso alla figlia di cantare alla sua prima comunione... Una Fuga di mezzanotte all'amatriciana, ma anche un merola-movie terribile e fantastico, dove il plot, completamente inutile, serve solo da raccordo tra le maestose scene madri che si susseguono una dopo l'altra, dominate dalla presenza totalizzante di Mario Merola, mai così crepuscolare, che qui sfoggia tutto il suo repertorio da king of drama. Sin dalla prima scena le sue mani incatenate e la sua voce dettano il clima da ultramelodramma del film. Secondo il Mereghetti la scena nella quale Merola esegue l'Ave Maria di Schubert, è -al di là del trash-. Quindi imperdibile. Frase di lancio: -Io songo carcerato e mamma more!-.
domenica 20 aprile 2003
Cosmo 2000 - Battaglie negli spazi stellari
di Al Bradley (Alfonso Brescia) 1978
Dopo essere stato folgorato sulla via di Damasco dal successo commerciale di Star Wars, Alfonso Brescia girò quasi contemporaneamente un gruppo di 5 film di fantascienza terrificanti e poverissimi, con titoli come La Bestia Nello Spazio, Sette Uomini D¹Oro Nello Spazio, La guerra dei Robot e questo Cosmo 2000 - Battaglie negli spazi stellari, chiamato anche L'invasione degli extro-corpi (sic!). La serie, ospitata forse all'epoca in qualche magnanima sala parrocchiale, in breve tempo assunse l'aspetto di cult-opera, grazie all'elevatissimo livello di sleaziness dettato dalla commistione selvaggia di atmosfere sci-fi da modernariato, pseudo-psicologia para-Kubrickiana delle macchine, pornostar nel ruolo di astronaute, robottoni malvagi e riciclo selvaggio ai limiti del penale del materiale girato.
domenica 27 aprile 2003
She
di Avi Nesher 1983
Mai uscito regolarmente in Italia, oggi quasi introvabile, è un post-atomico italo-americano senza capo né coda prodotto dalla terribile Continental Motion Pictures, attiva anche con Joe D'Amato. È un film quasi indescrivibile. Un miscuglio di Mack Sennet, feste aziendali, discorsi di Marcel Dassault coperti da uno show televisivo di Dalida, il tutto mixato nella sesta dimensione. È qualcosa di mai fatto, mai visto. Autenticamente geniale. Geniale, perché questa nullità assoluta senza alcun complesso arriva a un grado tale che ogni senso critico scompare per fare posto a una dolce euforia planante, a volte interrotta da un flash inatteso: Ah!... il killer obeso in tutù rosa!... Oh... Gordon Mitchell con i capelli verdi e arancione!... mentre dei balletti multicolori fluttuano in un mondo postatomico (Nostalgia).
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