Waristerror Terroriswar (ora TSIGOTI) è una band quasi-punk con l´obiettivo di esprimere il disgusto per la guerra, i regimi autoritari e gli estremismi religiosi. I membri del gruppo vivono in due continenti ed hanno accumulato un´enorme esperienza musicale. Il loro primo album "TheBrutalRealityOfModernBrutality" è stato composto e registrato in tre giorni, come diretta conseguenza della guerra tra Israele e Libano del 2006, anche se non è riferito a quel conflitto in particolare ma al concetto stesso di guerra. Un anno dopo i membri del gruppo si sono incontrati di nuovo per registrare il secondo album e suonare i primi concerti, riconfermando il loro scettico ottimismo. TSIGOTI (che significa "Io vedo" in cherokee) è il capitolo successivo. Stesse persone, stessi strumenti, stesso spirito improvvisativo ma con più tempo e coinvolgimento per costruire le nuove canzoni. Stavolta la guerra è vista dall´interno, dal punto di vista di chi viene attaccato, intrappolato, imprigionato, terrorizzato e imbrogliato. La musica è più complessa, e anche la strumentazione si è aperta grazie alla collaborazione di alcuni amici (Edoardo Ricci, Samuele Venturin, Francesco di Mauro, e un coro di una dozzina di amici). Un approccio stratificato al suono, sfruttando nuove tecniche di registrazione che porta il sound di Tsigoti alle vostre orecchie, esplodendo con tutti i suoi spigoli. L´artwork originale è firmato dal maestro Squaz e l´album è pubblicato dalla storica etichetta newyorchese ESP-Disk.
Recensione
Sembra un pochino complicata la storia di questa band, in realtà non al debutto ma al secondo album dal titolo veramente creativo. Il quartetto infatti ha cambiato nome da "---------------------" in "Tsigoti". In realtà, abbiamo già visto all´opera questi musicisti insieme, in alcuni concerti in giro per l´Italia, quando ********* portò insieme ai suoi Squarcicatrici il pianista americano ***********, a cui lasciava volentieri ampio spazio facendogli introdurre liberamente il live con un lungo solo di pianoforte.
Tsigoti è il progetto di questo pianista, di cui abbiamo già seguito i progressi, tra l´altro, nel duo con Nicola Guazzaloca nell´album Noble Art, e con Stefano Scodanibbio, suonando uno dei pianoforti di Débussy, a dimostrazione di una storia personale e di una carriera già importanti.
********* e la "sua band italiana" si sono subito trovati ottimamente perché condividono idee estetico-musicali similari anche se partono da background diversi, l´espressione e la vita vissuta con determinazione, la libertà di creare musica suonando il punk, la canzone, il jazz, l´improvvisazione, la musica classica ad uso e consumo della sola ispirazione, alla ricerca di una cosa sola: la libertà.
Con Tsigoti, ************** si avventura nel territorio della canzone, una canzone frastornata, che cerca un modo di comunicare popolare ma torbido, ripartendo dal blues, dove avevano chiuso i Birthday Party di Nick Cave.
E´ un coro caciarone che introduce l´album, con ************ non alla batteria, non al sax ma alla chitarra, suonare come gli piace, come (sapeva fare) Arto Lindsay, ancora un po´ più a lato.
E´ punk selvaggio lo strumentale "They Make Them for They," ma il punk di Tsigoti non può essere scontato, né cerebrale. "Comformist Freedom, Reactionary Tourist," è un brano che parla di anima, mentre la band suona come una macchina elettrica il folk da teatro e apparentemente apolide di Kurt Weill.
Ci ricorderemo comunque, fuori dal frastuono, di un brano proprio bello, che aiuta il nostro animo a farci stare meglio o peggio, non sappiamo, con il pianoforte rotto, scordato, e perfettamente assente nel tempo e nello spazio. Il brano è "(We) Would You if You Could," il suono del blues che viene scritto nel momento stesso dell´esecuzione, strappato al silenzio della pagina bianca e dell´aria vuota.
Ecco invece dove le separazioni tra i generi musicali si frantumano, con "(We?) This is the Days of your Life," prima la fisarmonica del tango, poi la macchina sonora va in riserva e si nebulizza, tra una indecisione compisitiva, uno stop, un ritorno. Ecco l´improvvisazione.
Andiamo a cercare e troviamo ancora il pianoforte solo di ************** (che comunque resta più nuovo e in salute di quello di Ross Bolleter), partecipe, protagonista, coraggioso, di un racconto, di una favola, a cui partecipano chitarra, basso e batteria. "Dust to People to Ashes" riesce nell´intento, perché la nostra immaginazione ci guida, a creare nella nostra fantasia di ascoltatori cosa vorremmo accadesse al suono, come se fossimo noi a suonarlo, nel momento della registrazione, protagonisti, ma ovviamente ci sbilancia, e ci ricorda dove siamo noi, dall´altra parte delle cuffie.
Come diceva Carmelo Bene riferendosi anche a Antonin Artaud: "...qui, Signori, c´è ancora puzza di Dio...".
Valutazione: 4 stelle
All About Jazz
Quazi-punk-free-jazz: è questa la definizione che gli Tsigoti hanno scelto per la loro musica. Una musica che parla la lingua dell’antimilitarismo e disprezza ogni regime, politico o religioso, assumendo le sue posizioni dietro il velo nevrotico e dissacratorio di un sound polimorfo, essenzialmente figlio delle esperienze più eccentriche della new-(no)wave. Spigolosità e lirismo, dunque, per Thollem McDonas (beat-up piano, voce), Andy Cap (Andrea Caprara) (batteria), Ben Itchy (Matteo Bennici) (basso) e Jack Andrews (Jacopo Andreini) (chitarra elettrica), qui sostenuti nel loro sforzo da un numeroso coro di amici e da alcuni artisti italiani, tra cui Edoardo Ricci (sassofoni), Samuele Venturin (accordion) e Francesco di Mauro (bajan).
“Private Poverty Speaks To The People Of The Party” (che segue il già interessante e più claustrofobico “The Brutal Reality of Modern Brutality”, uscito a nome Waristerror Terroriswar) è opera scoppiettante e intellettuale, beffarda e solenne nel suo insistito e rocambolesco dimenarsi tra estremi apparentemente inconciliabili. Con divertita nonchalance, scorrazzano tra jazz-punk, olezzi folcloristici e gazzarre arty (“With A Mirror And A Magnifying Glass”), si districano tra contrappunti e cianfrusaglie pianistiche (con festose punte di ragtime), nelle quali ispide perifrasi di sax e un piglio dissacratorio che viene da lontano (Pere Ubu…) ricalibrano il tiro su pulsioni “negative” (“Children Slaves Make Childrens Toys”) coniugando, altrove, tragicomica austerità e cabaret Zappiano (“This Is A Simplified Response...”, con un lavoro chitarristico non lontano dalle sbilenche protervie della coppia Zoot Horn Rollo/Antennae Jimmy Semens).
Esuberante e indomito, mai banale, il disco mostra dei musicisti in stato di grazia, capaci anche di abbandonarsi all’improvvisazione pura e semplice se necessario. Accanto alle tirate strumentali di “They Make Them For They” e “The Sickofwar Traine” (quest’ultima, con sei corde spiritata, piano scoppiettante e lunga coda di voci farneticanti), sfilano numeri effervescenti, come i Minutemen virati rock-in-opposition di “(Yes) The Border” Crossed Us”, la sgangherata fanfara free-jazz di “(Can) Don´t Sleep Through This”, i fuochi psichedelici in corsa di “I May Not Get There With You” o la romanza pianistica destrutturata di “Dust To People To Ashes”.
All’inizio di “(We?) This Is The Days Of Your Life”, la fisarmonica parla finanche la lingua sensuale del tango, ma è solo un modo come un altro per rompere lo specchio delle illusioni e lanciarsi verso l´ennesimo declivio stilistico, con punte di vizioso esistenzialismo in “(We) Would You If You Could?”, un baratro dietro l’angolo, la paranoia di un “Dub Housing” fratturato...
Applausi.
Ondarok
uZzolo
Gli uZzolo sono un gruppo post-rock di San Benedetto Po (MN). Si sono formati nel 1995, dopo alcuni cambi di formazione oggi la band è formata da Simone "Cim" Bernardelli alla chitarra, Cristian "Bertaz" Bertazzoni al basso e Daniele "Boogy" Rasio alla batteria. Insieme nel 2009 hanno fatto uscire "The loghino sessions part one", quarta fatica degli uZzolo e primo lavoro della rinnovata line-up, un album completamente stumentale chitarra-basso-batteria, che diventa il nuovo punto di inizio della band. "Twister" è il nuovo EP uscito nel 2010. La traccia che da il nome al disco sarà anche uno dei brani che farà parte del prossimo album, "La Chimica del Cervello" che verrà pubblicato nel corso del 2011.
www.uzzolo.it - www.myspace.com/uzzolo
http://www.thollem.com/tsigoti.html
http://espdisk.com/official/catalog/4057.html
http://afoforomusicclub.blogspot.com/
Dal 1990 restituiamo musica, dai un’occhiata agli artisti che sono passati dal CSC in tutte queste stagioni!
Sii protagonista, esplora e promuovi con noi musica straordinaria!
Il tuo sostegno farà la differenza!
Newsletter
Iscriviti per essere aggiornato su eventi ed attività del CSC!