Volapuk è il nome di un " linguaggio universale senza futuro" inventato nel 1879 da Schleyer, una folle awentura, come quella dell´omonimo trio francese, riunito da un paio di anni intorno al progetto di creare collettivamente un linguaggio musicale il più possibile nuovo e autentico.
I timbri del legno, del metallo, dell´elettricità si fondono in complessi giochi ad intreccio, dove ogni strumento intesse melodicamente e ritmicamente paesoggi sonori improbabili come gli incastri di Escher.
Questa felice avventura musicale segue ad altre numerose esperienze dei componenti: Guigou Chenevier è impegnato da un buon ventennio nella scena eterodossa, ha esordito con Etron Fou Leloubian, gruppo protagonista - con Stormy Six, Henry Cow, Universe Zero, Sarg Mammas Manna- di "Rock in Opposition", uno dei primi circuiti alternativi europei per la diffusione di musiche innovatrici e politicomente consapevoli.
Il nome di Guigou Chenevier rimane per molti versi associato a una delle sigle più originali apparse negli annali della musica rock, quegli Etron Fou Leloublan - di cui fu fondatore e membro assieme a Ferdinand Richard, Jo Thirion e Bruno Meillier tra gli altri - che furono tra i protagonisti della stagione di rock in opposition nella seconda metà degli anni settanta. Dopo di allora il batterista - anche cantante, sassofonista, compositore e più saltuariamente produttore - ha avuto carriera densissima, divisa tra progetti solistici e importanti avventure a fianco di Cyril Lefebvre, Aksak Maboul, Video-Adventures, Fred Frith, Tom Cora e René Lussier (con questi due ultimi nell´insuperato trio Buga Up) oltre alle partecipazioni al trio di percussioni Les Batteries con Charles Hayward e Rick Brown - attivo ancora oggi come duo senza Hayward - e al debutto del gruppo Encore Plus grande con la produzione di Tim Hodgkinson.
Tra le esperienze recenti di Chenevier si segnalano il Duo Octavo con il chitarrista Guy Sapin e un complesso allestimento musicale, Le Diapason Du Père Ubu, scritto a quattro mani con il coreografo Denis Bernet-Rollande e dedicato alle fantasie patafisiche di Alfred Jarry. Dalla sua instancabile volontà di esplorare linguaggi musicali nuovi e autentici prende spunto l´attuale progetto Volapük - la bizzarra denominazione è desunta dall´utopistico linguaggio universale creato da Schleyer nel 1879 - condiviso con Michel Mandel (clarinettista e soprano nel trio Arthur e a fianco di Han Buhrs, negli allestimenti di Les Voyages De Carolus Poppée di Jean-Marc Vella e del citato Le Diapason Du Père Ubu) e Guillaume Saurel (giovane violoncellista di studi classici e autore di musiche di scena per Maguy Marin).
Nella musica del trio - aggiuntosi a quel gran numero di gruppi e sottogruppi quali Bruniferd, Les Philosophes, Zar e Zero Pop in qualche modo riconducibili all´eredità storica, se non propriamente stilistica, lasciata dagli Etron Fou all´indomani del loro scioglimento a metà degli anni ottanta - si dispongono intrecci e figurazioni complesse ma brillanti, paragonabili alle immagini a incastro di Escher, con sorprendenti esiti timbrici dovuti all´incontro inconsueto dei fiati e del violoncello con le percussioni acustiche ed elettroniche.
Michel Mandel clarinettista e compositore è una personalità veramente eclettica avendo spaziato dalla musica contemporanea e romantica, all´improvvisazione più radicale e straniante, dal teatro di strada alla composizione per il cinema e la danza; ha in preparazione uno spetta-colo che debutterà nel 2005 con musicisti tradizionali cinesi e jazzisti francesi come Pifarely e Ducret.
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