Steve Wynn non ha certo bisogno di presentazioni, punta di diamante del Paisley Underground con i suoi Dream Syndicate e successivamente fondatore di molti progetti (Gutterball, The Baseball Project con Peter Buck dei R.E.M, The Miracle 3) senza tralasciare, una carriera solista, sempre di grande livello.
Nonostante questo, mi siedo davanti ad una persona molto gentile, che accetta subito di farsi intervistare e ci autorizza anche a riprendere il suo show. A dimostrazione di come, i grandi musicisti, sappiano rimanere umili, a scapito dello stereotipo della rockstar capricciosa.
Ciao Steve, grazie per avere accettato. Ti chiedo subito, come mai hai sentito il bisogno di intraprendere un tour da solo e suonare senza una band?
SW: in realtà l’ho sempre fatto, fin dai tempi dei Dream Syndicate. Quando sali su un palco con una band, cerchi di creare un feeling con gli altri componenti, in modo che la musica risulti bene eseguita. Mentre quando suoni da solo il rapporto e tra te e il pubblico e puoi sentire le emozioni che ti trasmettono le persone. Ho sempre avuto bisogno anche di questo.
È stato necessario cambiare un po’ i brani per eseguirli in acustico?
SW: si i brani sono cambiati, cambiano ogni volta che li suono, ma questo ha a che fare con il discorso delle emozioni che ti facevo prima. Ogni esibizione è diversa dalla precedente e sarà diversa dalla successiva.
Ho letto nel tuo sito ufficiale che è pronto un nuovo disco dei Dream Syndicate, dopo trent’anni.
SW: non avevamo la necessita di registrare un nuovo album, non avevamo pressioni o quant’altro, eravamo liberi. Ci siamo detti che l’avremmo fatto solamente se i brani fossero stati all’altezza e così è successo. Il disco che ne è uscito è appassionatamente allucinato, ne siamo fieri. Grazie anche al lavoro di John Agnello, che ha lavorato con Dinosaur jr., Sonic Yout (indica la mia maglietta, era quella con la copertina di Goo ndr.) Kurt Vile.
Hai introdotto la mia prossima domanda. Penso che tua abbia influenzato, con il tuo lavoro, molti giovani musicisti (Kurt Vile) e band (Tame Impala e Black Angels)
SW: Non so se effettivamente i musicisti che hai nominato hanno ascoltato la mia musica, ma posso dirti che mi piacciono molto sia i Tame Impala che i Black Angels. Al momento è in atto una rinascita del Rock Psichedelico e mi fa molto piacere, sono ottimista.
Steve tu hai usato anche il feedback come elemento compositivo (ad es. What we call Love, in Melting in the Dark)
SW: certamente la melodia e il rumore possono essere gli elementi portanti di molti brani, basta pensare alle sperimentazioni acide dei Velvet Underground…
Si io stavo pensando a come mi sono sentito disorientato la prima volta che ho ascoltato Heroin dei Velvet Underground e il violino di John Cale.
SW: assolutamente un modo molto originale di combinare questi elementi.
Ascoltando il tuo brano John Coltrane Stereo Blues, ho pensato che anche OM, può essere considerato un album psichedelico.
SW: sono d’accordo, quando si tratta di buona musica è inutile fare troppe distinzioni, Jazz, Rock, o altro. Se una persona lo vuole può trovare degli elementi psichedelici anche ascoltando i Black Flag (ride!).
Quando scrivi i tuoi testi, ti è mai capitato di usare la tecnica del Cut-up.
SW: no non mi è mai capitato, molti lo fanno, ottenendo anche degli ottimi risultati, ma non è nelle mie corde.
Tre città in cui tu hai vissuto, Los Angeles, New York City e nel 2008 hai registrato Crossing Dragon Bridge a Lubiana. Questo cambia il tuo approccio alla musica?
SW: è importantissimo per me non fermarmi, non posso rimanere sempre nello stesso posto, devo muovermi e assorbire stimoli in luoghi differenti. Ti racconto che quando sono stato a Lubiana, per tre settimane, non mi sono limitato a registrare un disco in una città, ma ho registrato un disco in cui all’interno c’è quella città. Lubiana è stata sorprendente sotto molti punti di vista.
A te piace molto leggere e ti piace anche il cinema, vogliamo fare una lista, come in Alta Fedeltà di Nick Hornby, di tre libri e tre film indimenticabili?
SW: Hahaha, bella domanda, devo pensarci un attimo.
Se vuoi ti dico la mia lista, così hai il tempo per pensarci.
SW: ok vai pure..
I miei tre libri sono:
Norwegian Wood (H. Murakami)
1984 (G. Orwell)
Chiedi alla Polvere (J. Fante)
I miei tre film:
Zabriskie Point (M. Antonioni)
Manhattan (W. Allen)
Solo gli amanti sopravvivono (J. Jarmusch)
Steve conosce tutti i libri e i film che ho nominato.
SW: allora i miei libri sono:
Il ciclo “Rabbit” (John Updike)
Why we are in Vietnam (Norman Mailer)
Independence Day (Richard Ford)
I miei tre film:
Fronte del Porto (Elia Kazan)
Quinto Potere (Sidney Lumet)
Il Padrino (F.F.Coppola)
SW: ovviamente se tu mi chiedessi la stessa lista tra qualche ora, sarebbe cambiata.
Si anche la mia cambierebbe (risate!)
Un’ultima domanda Steve, hai sentito che Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la letteratura?
SW: è straordinario, considero Bob Dylan un grande poeta, al pari di T.S. Eliot e penso che se lo sia meritato.
P.S.
Durante il concerto Steve torna sull’argomento e dice che ci sarebbe anche un altro musicista che secondo lui, meriterebbe di vincere il Nobel, dopodichè ci regala una meravigliosa versione di Sunday Morning…
Grazie per il tuo tempo Steve!